La legge sulle Autonomie farà risorgere la “Serenissima”?

La ridefinizione dei poteri di Roma Capitale non pare essere l’unica ascia di guerra potenzialmente disotterrabile in seguito al confronto che si aprirà in Parlamento quando si entrerà nel merito della Legge sulle Autonomie su cui ha lavorato il ministro Erika Stefani.

Un altro, non ancora concreto - ma latente - poderoso strumento bellico potrebbe essere raffigurato dalla irrisolta questione - nel Nord Italia - identitaria tra la parte occidentale (territori lombardo-piemontesi) con quella orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia) del Belpaese, se a prevalere fosse il sovranismo egoista.

Sì, perché la legittima madre della Lega Nord, ora nonna della formazione salviniana 2.0, è la Liga Veneta: che fu del senatore Franco Rocchetta. Oggi, purtroppo, ridicolizzata dalle scalate al campanile di San Marco, oppure dalla costruzione di quel risibile strumento d’operetta (il “Tanko”, nella foto) che attivò nientepopodimeno che la Magistratura. Un ricordo, si badi bene, che il sovranista doc rammenta e che potrebbe far dissolvere in mille pezzi la “gioiosa macchina da guerra” condotta in modo spavaldo dal ministro degli Interni, Matteo Salvini.

Tutto nasce dalla irrisolta questione del come si edificò l’Unità nazionale. Che fu, sì, conseguita nel 1861: ma con le Regioni del Nord-Est di fatto rimaste sotto la bandiera austriaca, nemica del Regno Sabaudo. Ci volle la Terza guerra d’Indipendenza per sottomettere (con mezzi del tutto da dimenticare, com’è puntualmente avvenuto per le generazioni successive, tenute all’oscuro di tutto nelle scuole) i territori nord orientali d’Italia.

I veneti più informati non possono dimenticare, poi, altri due avvenimenti accaduti. Il primo fu la pratica “lobotomizzazione” della Liga Veneta - per un piatto di lenticchie - alla Lega lombarda di Umberto Bossi, che ora - diventata una forza sovranista-è stata sospettata di avere alcune collusioni ‘ndranghetiste calabresi.

La seconda attiene alla presa in giro che sta per attuarsi in merito a un recente referendum che il Governatore Veneto Luca Zaia ha promosso per riaccendere entusiasmi che erano sopiti tra la gente. Quindi Salvini deve stare molto attento : perché gli risulterà alquanto difficile, con le sue consuete armi di “distrazione di massa” (immigrati e attacchi a nazioni estere), irretire ulteriormente le popolazioni venete.

Aggiornato il 19 febbraio 2019 alle ore 12:14