Il presunto nuovo capo del clan di San Lorenzo sceglie il silenzio. Per la convalida del fermo, però, si dovrà attendere ancora. A portarlo dietro le sbarre sono state le dichiarazione del neo pentito Sergio Macaluso
Mafia, Giuseppe Biondino non risponde al gip E gli altri quattro fermati respingono le accuse
Scena muta, quella di oggi davanti al gip Fabrizio La Cascia. Giuseppe Biondino, figlio dell’ergastolano Salvatore, lo storico autista di Totò Riina, durante l’interrogatorio di garanzia ha preferito non rispondere alle domande del giudice. L’uomo, fermato domenica dai carabinieri insieme ad altre quattro persone, è accusato di associazione mafiosa ed estorsione.
Anzi, secondo le dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia Sergio Macaluso, arrestato nel corso della recente operazione antimafia Talea, lui sarebbe stato il nuovo capo del clan di San Lorenzo. Il pentito, che ha svelato i dettagli dell’organigramma del mandamento, avrebbe addirittura preso parte alla riunione in cui Biondino junior avrebbe ricevuto l’investitura.
In cella insieme a lui anche Salvatore Ariolo e il tunisino Ahmed Glaoui, appartenenti rispettivamente alle famiglie mafiose di San Lorenzo e Partanna-Mondello, Bartolomeo Mancuso che sarebbe coinvolto in un’estorsione consumata e due tentate, nei confronti di imprenditori e commercianti e Francesco Lo Iacono, mandante di un grave incendio commesso la notte del 14 agosto 2015 nei confronti di un’attività commerciale di Partinico, nipote del boss del paese. Fermo reso necessario perché proprio Lo Iacono e Biondino erano sul punto di fuggire e darsi alla latitanza. Sulla convalida del provvedimento il gip si è riservato.