Palermo

"Le mire della mafia sul territorio di Carini". Un protocollo Comune-Prefettura

Da sinistra, il prefetto Antonella De Miro, il questore Renato Cortese, il colonnello Antonio Di Stasio e il generale Giancarlo Trotta 
Più stringenti i controlli per evitare le infiltrazioni della criminalità in cantieri e appalti
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Negli ultimi mesi, il territorio di Carini è al centro di nuovi affari di mafia, attorno al traffico internazionale di droga. Un fiume di soldi si sta riversando nella provincia di Palermo, questo dicono le ultime indagini della procura e delle forze dell'ordine. Come vengono investiti questi soldi? «Le opere pubbliche sono in diminuzione, per il restringimento del plafond finanziario pubblico – dice Antonella De Miro, il prefetto di Palermo – puo’ rafforzarsi l’interesse delle organizzazioni criminali a costruire condizioni per investimenti di tipo edilizio speculativo”. Anche il sindaco di Carini, Giovì Monteleone, si dice “molto preoccupato” per le mire della criminalità organizzata sul suo territorio. Oggi, prefettura e amministrazione comunale hanno firmato un protocollo d’intesa per rendere più efficace la prevenzione delle infiltrazioni mafiose negli appalti e nelle forniture al Comune di Carini.
 
Saranno controllati col sistema più rigoroso delle informazioni antimafia tutti gli appalti superiori a 20 mila euro e quindi anche quelli che si collocano al di sotto della cosiddetta soglia comunitaria, fissata in 5 milioni e 225 mila euro per gli appalti di lavori, 209 milioni per gli appalti ordinari di servizi, 750 milioni per gli appalti di servizi sociali.
 
Con questo sistema saranno passate al setaccio le imprese aggiudicatarie e quelle subappaltatrici. Il Comune si impegna a richiedere alla prefettura le informazioni antimafia anche nei confronti dei soggetti privati che sottoscrivono convenzioni in materia di edilizia e di urbanistica che prevedono obblighi di cessione di aree da destinare a uso pubblico. Informazione antimafia per tutti gli interventi che superano i 5 mila metri cubi (un condominio di media grandezza) e per tutti gli interventi attinenti attività produttive ed insediamenti in aree industriali e artigianali.
 
«Analoghi protocolli sono stati siglati con i Comuni di Altavilla Milicia, Corleone, Giardinello, Palazzo Adriano, Torretta e Villabate - spiega il prefetto di Palermo - altri seguiranno a Borgetto e Bagheria».
 
«A volte si teme che un protocollo possa alimentare la burocrazia - osserva il sindaco di Carini - invece questi strumenti convengono a tutti. Il cittadino deve capire che non si tratta di lacci, ma di opportunità. A Carini, è caduto ormai un muro di omertà, i cittadini oggi denunciano chi inquina; la legalità va portata anche sul piano dell’edilizia, vecchio nuovo affare che fa gola alla criminalità organizzata».