Palermo

Mazzette all’Inail per il rilascio dei “Durc”. Sequestro di beni all’ex vice direttore

Indagine della Guardia di finanza a Palermo. In regalo buste piene di soldi e telefonini. Sigilli a conti e immobili per 516 mila euro. Altri 19 indagati, tra loro anche l'ex direttore della Serit Francesco Baccarella
1 minuti di lettura
Rilasciava con grande facilità i Durc, i documenti di regolarità contributiva, dietro pagamento di laute mazzette. Le indagini del Gico del nucleo di polizia tributaria di Palermo hanno fatto scattare un sequestro di beni per Giuseppe La Mantia, ex vice direttore dell’Inail di Palermo, già direttore dell’ufficio di Termini Imerese. Questa volta, il provvedimento disposto dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale è scattato non per un mafioso, ma per un dirigente corrotto: 516 mila euro, «sequestro per equivalente di immobili e conti correnti nella disponibilità dell’ex dirigente». Il sequestro della somma corrisponde al danno causato alle casse dell’erario.
 

Palermo: "Le do 50 euro alla volta", il video dello scambio di mazzette all'Inail

Le indagini del nucleo diretto dal colonnello Francesco Mazzotta dicono che La Mantia riscuoteva le mazzette direttamente in ufficio, gli imprenditori gli consegnavano una busta anonima. Altre volte, la mazzetta arrivava direttamente sul conto corrente del dirigente, di suoi familiari o di persone a lui vicine. Non solo soldi, a La Mantia venivano regalati anche cellulari e in qualche caso gli sarebbe stato concesso l’uso di auto di lusso. Ci sono altri venti indagati nell'inchiesta e per "concorso in corruzione" un avviso di garanzia è stato notificato a Francesco Baccarella, direttore della Serit nel periodo preso in considerazione dalle indagini della Finanza. Ci sono anche tre colleghi d'ufficio di La Mantia: Rosario Oliveri, Antonio Prestigiacomo e Rosario Agnello. E poi anche Massimo Collesano, direttore dipartimento Amministrazione e Finanza dell’Amia, e due impiegati Inps, Ester Romano e Gaetano Mendola. E c'è perfino il portiere dell'Inail degli anni 2011 e 2012, Francesco Naccari, che si piegò al volere del suo direttore strisciando il badge al suo posto attestando falsi orari di uscita e di entrata.
 
Non solo corruzione, al dirigente viene contestata anche l’accusa di aver truffato Inail, attestando falsamente le proprie presenze in ufficio. Il giudice parla di una particolare «inclinazione a commettere illeciti»: il dirigente non si è fatto scrupolo di chiedere ai suoi collaboratori di distruggere la documentazione che lo riguardava, conservata all’Inail di Termini Imerese, così provava a far scomparire alcune prove durante le perquisizioni dei finanzieri avvenute nei mesi scorsi.
 
«Le investigazioni condotte – scrive la Guardia di finanza – hanno fatto emergere la vicinanza di La Mantia a diversi esponenti di Cosa nostra, quali il costruttore Camillo Graziano, della famiglia dell’Arenella». Di La Mantia avevano infatti parlato alcuni collaboratori di giustizia, riferendo anche di una sua «partecipazione alla gestione degli appalti ai tempi di Angelo Siino, il ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra».