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Palermo, Pignatone: "Stiamo scrivendo l'appello per Mafia Capitale"

Il procuratore capo di Roma alla festa per i 20 anni di Repubblica Palermo: "Riteniamo che la costruzione accusatoria mantiene la sua validità. Noi siamo fiduciosi su ulteriori sviluppi".
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La Procura di Roma farà appello alla sentenza del processo di Mafia capitale. Lo ha annunciato il Procuratore di Roma Giuseppe Pignatone durante il suo intervento alla Festa per i venti anni di Repubblica Palermo. "Abbiamo letto la sentenza e riteniamo di non concordare - spiega Pignatone - Stiamo scrivendo l'appello perché riteniamo che la costruzione accusatoria mantiene la sua validità. Noi siamo fiduciosi su ulteriori sviluppi".

Lo scorso 21 luglio il Tribunale di Roma aveva condannato Salvatore Buzzi a 19 anni di reclusione al termine del processo a mafia capitale, 20 anni per Massimo Carminati, 11 per Luca Gramazio,ex capogruppo del Pdl in Comune. Era caduta l'accusa di associazione mafiosa per 19 imputati del processo a mafia capitale, tra cui i presunti capi Carminati e Buzzi. Rispetto alle richieste della Procura che aveva proposto per tutti gli imputati 5 secoli di carcere, i giudici della X Corte presieduta da Rosanna Ianniello a luglio avevano inflitto oltre 250 anni di carcere, dimezzando di fatto le pene richieste.

Palermo, Pignatone: "Faremo appello per Mafia capitale"

"Nel caso di Mafia capitale c'era una particolarità - ha spiegato Pignatone dal palco del teatro Massimo intervistato dal direttore di Repubblica Mario Calabresi e da Attilio Bolzoni -. Questa associazione non dominava un territorio, sia pure limitato, ma un settore d'affari e una serie di rapporti con un pezzo dell'amministrazione comunale di Roma. E secondo noi otteneva questo controllo con un metodo mafioso: aveva la disponibilità della violenza, ma era diffusissimo il ricorso alla corruzione".

"Dal 2012, dopo il mio arrivo a Roma - ha continuato il procuratore - era pacifico per ministri e prefetti che a Roma non ci fosse la mafia. Io ho iniziato a fare indagini per scoprire se fosse vero è sono uscite le piccole mafie. L'articolo 416 bis del codice penale non punisce solo le mafie tradizionali - spiega Pignatone - Le piccole mafie, piaccia o non piaccia, hanno piena cittadinanza per essere punite, anche le piccole mafie sono tali se usano il metodo mafioso".

Pignatone ha parlato anche della mafia siciliana:  "La presenza dei collaboratori di giustizia, alcuni più sinceri di altri, è fondamentale per la lotta a Cosa nostra. Lo Stato ha vinto la sfida contro la mafia militare".

Parlando poi della storia di Cosa vista ha sottolineato che "fino agli anni Settanta per la società civile la mafia era solo una banda di 'pecorai'. La svolta è arrivata nel 1984 - dice Pignatone - con l'arrivo di Buscetta ma anche di Falcone e del pool antimafia". "Fino al 1984 non si sapeva che la vera forza della mafia fossero le relazioni esterne - dice ancora Pignatone -c'era una intera società pronta a fare patti con la mafia. L'unico mafioso che aveva parlato era stato Leonardo Vitale ma non era stato creduto".