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Mafia, 30 anni fa la sentenza del maxiprocesso: il ricordo di Grasso

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Il presidente del Senato: "Essere giudice a latere in quell'occasione sfida più difficile della mia vita"
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"Il 16 dicembre 1987: in un'atmosfera carica di emozione e di attesa, il Presidente della Corte di Assise di Palermo, Alfonso Giordano, lesse il dispositivo della sentenza di primo grado del Maxiprocesso alla mafia che inflisse 19 ergastoli e 2665 anni di reclusione. I numeri erano impressionanti: mai nella storia si era celebrato un processo con 475 imputati e con centinaia di imputazioni. Ricordo ogni istante di quel giorno e il durissimo lavoro che ci portò a quel risultato". Lo scrive il presidente del Senato su Fb.

"Essere giudice a latere del maxi - aggiunge - è stata la sfida professionale più difficile della mia vita: sono passati trent'anni ma ancora mi emoziona ripensare a quel periodo. Con quel processo dimostrammo, per la prima volta, l'esistenza di Cosa nostra. In pochissimi credevano si potesse infliggere un colpo così grande e decisivo all'immagine di quegli "uomini d'onore" che si sentivano intoccabili; in pochissimi avrebbero scommesso sul fatto che il maxiprocesso - tra mille difficoltà e altrettanti rischi - sarebbe giunto fino all'ultimo grado di giudizio. Sembrava impossibile, invece successe e da allora cambiò tutto".