Palermo

Il “re” delle scommesse on line in affari coi boss. Blitz della squadra mobile, arrestato Ninì Bacchi

L'imprenditore Benedetto Bacchi
L'imprenditore Benedetto Bacchi 
A Palermo, in manette 31 persone. Scoperto un giro d’affari illegale da un milione di euro al mese. I clan avevano lanciato pure un import-export di alimentari con gli Usa. Il boss di Partinico diceva: "Il nostro pomodoro deve arrivare fino da Obama". Indagati due esponenti politici, che avrebbero aiutato Bacchi a inserire un emendamento per sanare le sue agenzie. Alberto Firenze, stretto collaboratore dell'ex sottosegretario Pd Davide Farone e Pietro Alongi, ex deputato regionale di Ncd
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Cosa nostra ha già intrapreso una svolta imprenditoriale nel settore delle scommesse. Grazie a un insospettabile manager. Questa mattina, poliziotti dello Sco e della squadra mobile di Palermo hanno arrestato Benedetto Ninì Bacchi: il “re” siciliano del gioco on line è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Con lui sono finite in manette altre 30 persone, tutte accusate di aver costituito una rete di affari al servizio delle cosche. I reati contestati vanno dall'associazione mafiosa al riciclaggio, al trasferimento fraudolento di valori, alla truffa ai danni dello Stato. L’ultima indagine della Direzione distrettuale antimafia diretta da Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Salvatore De Luca è riuscita ad entrare nei segreti finanziari dei clan. I boss hanno fatto il salto di qualità: non più solo la gestione di singole agenzie, ma un accordo con l’insospettabile imprenditore che curava alcuni fra i più noti circuiti di scommesse. Il patto con la mafia avrebbe portato a Bacchi il monopolio nel settore, attraverso la gestione di 700 agenzie in tutta Italia – agenzie abusive – e a un giro d’affari di un milione di euro al mese. Parte degli introiti, fra i 300 e gli 800 mila euro all’anno, veniva poi distribuita all’organizzazione mafiosa. Il tesoro di Bacchi è a Malta, dove la procura chiede di sequestrare quattro società.

Il manager poteva contare anche su alcune entrature politiche per sanare le sue agenzie illegali. 

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I sostituti procuratori Roberto Tartaglia, Annamaria Picozzi e Amelia Luise si sono imbattuti in Bacchi indagando sul clan di Partinico. E in particolare sul “cassiere” della famiglia, quel Francesco Nania – figlio e nipote di illustri mafiosi - che ha sempre viaggiato parecchio fra la Sicilia e gli Stati Uniti. E proprio negli States, a Newark (New Jersey) venne arrestato dall’Fbi nel 2008, dopo tre anni di latitanza, in esecuzione di un ordine di arresto della procura di Palermo. I pentiti dicono di lui che è un vero mago negli affari: nel 1994 venne fermato in Austria per aver tentato di utilizzare banconote italiane contraffatte, qualche anno dopo era già in campo per investire i soldi delle estorsioni riscosse dal clan.

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Ora, l’inchiesta della squadra mobile guidata da Rodolfo Ruperti ha scoperto che Nania, diventato capo della famiglia di Partinico, sarebbe stato il principale socio occulto di Bacchi. E questo patto avrebbe aperto al “re” delle scommesse on line il dialogo con diverse famiglie mafiose palermitane.

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Intanto, il clan di Partinico investiva anche in altri affari, con la complicità di un insospettabile commercialista campano, Michele De Vivo, pure lui arrestato. Nania aveva organizzato un fiorente import-export di prodotti alimentari con gli Stati Uniti. La procura ha fatto scattare il sequestro di società e beni immobili per diversi milioni di euro. Sigilli anche a 40 agenzie di scommesse sparse per l’Italia, di proprietà di Bacchi.
 
  • GLI INVESTIMENTI
Dice il procuratore Lo Voi, nel corso della conferenza stampa: “Imprenditori-mafia-affari-soldi, tanti soldi. Questi i temi se dovessi fare un titolo su questa indagine. Proprio pochi giorni addietro l’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia segnalava che il settore delle scommesse è oggetto di potenziali infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Sollecitava una maggiore armonizzazione dei controlli e lanciava l’allarme per una gestione telematica di scommesse attraverso l’utilizzo di server ubicati all’estero. La nostra indagine si occupa proprio di questa materia e conferma gli allarmi lanciati dalla Banca d’Italia”.

L’imprenditore socio dei clan aveva tantissimi soldi da investire. Nelle intercettazioni diceva di volersi lanciare nel mondo dell’imprenditoria. “Meditava di acquistare il Giornale di Sicilia o LiveSicilia”, spiega il procuratore. Con il socio di maggioranza di Live Sicilia c’erano state anche delle trattative, se ne parla nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere Bacchi. I poliziotti della squadra mobile hanno osservato a distanza un incontro tenuto al Bar delle Magnolie, il 14 dicembre 2016. “Ma chi avuto contatti con Bacchi per le trattative non è in alcun modo coinvolto negli affari dell’imprenditore arrestato”, precisa il procuratore. Trattative che non sono andate poi in porto. Annota il gip Antonella Consiglio nel suo provvedimento: “L’interesse di Bacchi per il gruppo imprenditoriale Live Sicilia mostra la sua personalità camaleontica e opportunista di intrattenere contemporaneamente rapporti con soggetti appartenenti alla consorteria mafiosa e con soggetti e attività imprenditoriali notoriamente schierati nella lotta alla criminalità organizzata, in quest’ultimo caso con l’intento di una ripulitura della propria immagine di imprenditore irreprensibile con l’aspettativa di cancellare o quantomeno celare le origini del suo straordinario successo imprenditoriale”.

Bacchi aveva anche comprato la villa dell'ex giocatore del Palermo Giovanni Tedesco, a Mondello, e l'aveva subito rimessa in vendita, a un milione e 300mila euro. Ma il colpo grosso l'avrebbe fatto nei cantieri di Palermo e Partinico dove la catena Lidl ha realizzato due centri commerciali. Società legate a Bacchi avevano gestito l'acquisto dei terreni e alcuni lavori delle strutture. Altro settore di investimento, nelle energie rinnovabili.
 
  • GLI ARRESTATI
Nell'ambito dell'operazione, denominata "Game over" sono stati arrestati Benedetto Antonio Bacchi, 46enne di Palermo; Salvatore Cusumano, 59 anni, di Montelepre; Michele De Vivo, 52 anni, di Ottaviano (Napoli); Antonino Pizzo, 48 anni, di Partinico; Maurizio Primavera, 42 anni, di Palermo; Giampiero Rappa, 50 anni, di Palermo; Francesco Nania, 49 anni, di Partinico; Giovanni Nicoletti, 68 anni, di Palermo; Gerardo Antonio Orvieto Guagliardo, 35 anni di Partinico; Fabio Lo Iacono, 32 anni, di Partinico; Antonio Vincenzo Lo Piccolo, 57 anni, di Carini; Antonio Lo Baido, 40 anni, di Palermo; Giuseppe Alessandro Lo Bianco, 51 anni, di Partinico; Francesco Lo Iacono, 38 anni, di Partinico; Sebastiano Vinciguerra, 58 anni, di Palermo; e Benedetto Sgroi, 43 anni, di Palermo.

Ai domiciliari: Alessandro Bronzuoli, 41 anni, di Firenze; Marco Corso, 32 anni, di Partinico; Vincenzo Corso, 38 anni, di Palermo; Antonio Grigoli, 50 anni, di Borgetto; Devis Zangara, 46 anni, di Torino; Alfredo Cannone, 58 anni, di Partinico.

Divieto di dimora per Francesco Lo Iacono, 42 anni, di Palermo; Giuseppe Marchese, 50 anni, di Partinico; Francesco Paolo Pace, 45 anni, di Palermo; Francesco Regina, 49 anni, di Partinico; Stefano Tognetti, 31 anni, di Partinico; Antonio Zichitella, 43 anni, di Marsala.
Presentazione alla polizia giudiziaria per Giuseppe Gambino, 38 anni, di Palermo e Marco Cannatella, 54 anni, di Partinico.