Palermo

Palermo, gli studenti di Brancaccio invadono il quartiere nel nome di Don Pino

Nell’anniversario della beatificazione del parroco ucciso nel 1993 i ragazzi hanno sfilato per dire no alla mafia. Nessuna manifestazione simile in precedenza

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A scuola accumula tante assenze e non ha mai partecipato a una manifestazione di piazza, organizzata dai suoi professori. Ma, ieri, Antonio, un ragazzo delle medie dell’istituto comprensivo Padre Pino Puglisi ha voluto sfilare con i suoi compagni per quel prete ucciso dalla mafia, nel giorno del quinto anniversario della sua beatificazione. «Mi hanno spiegato – dice Antonio – che Pino Puglisi ha fatto tanto per noi ragazzi di Brancaccio, che è solo grazie a lui che esiste la mia scuola. È giusto ricordare quello che ha fatto, anche se la mafia ancora esiste. Ma un po’ meno dopo tutto quello che ha fatto lui fino a morire».
Ieri, per la prima volta, gli alunni di tutte le scuole del quartiere di Brancaccio e delle zone vicine hanno manifestato in memoria del beato Puglisi. Oltre mille studenti di una ventina di istituti, dall’infanzia al liceo. C’erano anche Angelo e Rosy, due ragazzi che di solito disertano questo tipo di iniziative. «Questa volta è diverso – dicono i ragazzi – padre Pino è uno di noi. Una persona che non aveva nulla e ha fatto tanto per gli altri».
Il corteo è partito da via Panzera, dove ha sede l’istituto Puglisi ed è arrivato fino a piazzale Anita Garibaldi, dove nel 1993 Puglisi fu ucciso dalla mafia davanti alla porta di casa. «Se nel 2000, quando la scuola è stata inaugurata – dice Domenico Buccheri, professore della Pino Puglisi – il 50 per cento dei ragazzi inneggiava alla mafia, oggi il 90 per cento è pronto a dire “viva padre Puglisi”. I ragazzi del quartiere lo ammirano per il suo coraggio, per loro rappresenta un’icona di forza. Nel 2000 non si sarebbero viste le scuole del territorio, arrivavano gli alunni da via Libertà, oggi invece ci sono i nostri ragazzi. Vorremmo proporre questa manifestazione ogni 25 maggio. Questa prima edizione ha ancora più valore perché ricade nell’anno dei 25 anni dalla sua morte».
A più riprese, durante il corteo, i bambini e i ragazzi hanno lanciato la frase “Chi non salta un mafioso è”. «Lui ha combattuto per noi ragazzi – dicono Riccardo e Rosy, due alunni della Pino Puglisi – Conosciamo la sua storia. Voleva liberarci dalla mafia che ancora oggi c’è. Ma bisogna distruggerla, proprio come voleva padre Pino». In piazzale Anita Garibaldi gli alunni hanno dedicato canti e interventi musicali alla memoria del beato. Sul palco, a un certo punto, è arrivato anche il sindaco Leoluca Orlando, al fianco del vice sindaco Sergio Marino e dell’assessora alla Scuola Giovanna Marano. «È in atto una rivoluzione lenta che non si ferma – dice Andrea Tommaselli, preside della Puglisi – Con la sua azione Pino Puglisi regalava gioia ai ragazzi e questa manifestazione così partecipata dai giovani del quartiere lo dimostra».

Sono ancora tanti gli alunni da recuperare. Che saltano le lezioni e che fanno fatica ad affrancarsi dalla cultura mafiosa delle famiglie a cui appartengono. «Anche recuperarne uno è importante – dice Maurizio Francoforte, parroco di Brancaccio – I momenti come questo servono, perché ai ragazzi rimane qualcosa dentro che nel tempo di trasforma in cambiamento».