Palermo

Arrestato in Francia uno scafista ricercato a Palermo

Secondo l'accusa la sua organizzazione portava jihadisti in Italia. Ma la tesi non ha retto. Sull'uomo, però, pendeva un mandato di arresto europeo

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Era lo zio e il braccio destro di Jabranne Ben Cheik, il capo dell'organizzazione che almeno dal 2016 organizzava viaggi di immigranti dalla Tunisia a Marsala. Con gommoni nei quali c'erano chili di sigarette e, secondo i finanzieri del Gico, anche qualche jihadista.

Ben Ammar Fatti, 50 anni, è stato arrestato in Francia con un mandato di cattura europeo firmato dal gip del tribunale di Palermo. Era sfuggito all'arresto durante l'operazione Scorpion Fish del 2017. Per il Gico della guardia di finanza di Palermo e per la procura, Fatti era anche il primo scafista che avrebbe trasferito jihadisti dalla Tunisia alla Sicilia. "Ho paura di arrivare lì e di essere arrestato per terrorismo o per altri gravi reati", diceva nelle intercettazioni.

Eppure nel processo che vede alla sbarra gli altri componenti dell'organizzazione, tra i quali il capo Jabranne Ben Cheikh, non è stata formulata l'accusa di terrorismo. A sostegno dell'ipotesi degli investigatori ci sarebbero anche alcune intercettazioni. Telefonate in cui gli indagati farebbero riferimento a Maometto e a un presunto sceicco.

Durante le indagini, dopo la mancata cattura,  la Finanza ha scoperto che Fatti molto probabilmente si nascondeva in Francia. Nella casa di Firenze di Cheiki è stato trovato un contratto di affitto francese a suo nome. Un allarme per chi ha indagato nella direzione del terrorismo. Cosa ci faceva dal giugno 2017 a Tolone quell'uomo?