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Migranti, "Non voltiamoci dall'altra parte": il giorno delle magliette rosse. Salvini ironizza: "Peccato io non l'ho trovata"

Boom di adesioni alla proposta lanciata dal giornalista Viviano e dalle associazioni. E anche il matrimonio diventa “a colori”. E voi? Inviate le vostre foto con un'e-mail a palermo@repubblica.it
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Migliaia di magliettine rosse camminano lungo le strade di tutta Italia. Sono tantissime le associazioni e le persone che in Sicilia hanno aderito all’iniziativa lanciata dal giornalista di Repubblica Francesco Viviano e rilanciata da Libera e don Luigi Ciotti: indossare una t-shirt rossa, come quella del piccolo migrante Aylan morto sulle coste della Turchia, per "fermare l’emorragia di umanità". 
Musicisti, cantanti, attori, amministratori, medici, sindacalisti e tantissimi comuni cittadini si fotograferanno oggi con la maglietta per chiedere un approccio diverso alla questione migranti. Su Twitter l'hashtag #maglietterosse è trending topic già dalle prime ore dell'alba. Tra i selfie di Saviano e di don Ciotti, è arrivato anche il post del ministro dell'Interno Matteo Salvini, che su Facebook ha ironizzato: "P.s. Che peccato, in casa non ho trovato neanche una maglietta rossa da esibire oggi..."

In Sicilia, già ieri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Mattina hanno indossato la t-shirt al centro Arcobaleno della Guadagna dove hanno presentato le attività rivolte all’infanzia. "Proprio perché la maglietta rossa è divenuta il simbolo del tentativo di proteggere la vita dei piccoli migranti che affrontano la traversata del Mediterraneo — spiegano il sindaco e l’assessore — l’iniziativa di oggi (ieri, ndr) ci è sembrata più che adatta a mostrare la nostra adesione all’iniziativa nazionale delle magliette rosse".

Anche l’ex sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, aderisce e su Facebook ha postato una sua foto col simbolo dell’accoglienza: «Sarebbe fantastico essere in tanti a tingere di rosso le città, i piccoli paesi, le spiagge, i parchi, per dire stop alla barbarie dei respingimenti e dei porti chiusi, all’indifferenza e alla dimenticanza, raccogliendo l’appello di don Luigi Ciotti». Da Lampedusa, arriva anche l’adesione del medico dell’Isola Pietro Bartolo che già nei giorni scorsi aveva indossato la maglietta in un confronto televisivo. «Non ci si può girare dall’altra parte», dice il dottore che ha curato tanti migranti approdati sulle coste siciliane. Stesso ragionamento che fa Vincenzo Agostino, il padre di Nino, il poliziotto ucciso con la moglie nell’estate del 1989.

Il consenso all’iniziativa si sta allargando ogni ora di più. Libera ha raccolto migliaia di adesioni tra associazioni e cittadini, ma tanti plaudono spontaneamente alla manifestazione sui social. Anche molti artisti indosseranno la maglia rossa. Lo farà il cantante siciliano Giovanni Caccamo, avvertito nei giorni scorsi dalla moglie di Pavarotti, Nicoletta Mantovani, e il leader dei Tinturia, Lello Analfino. Appoggiano l’iniziativa lanciata da Viviano e rilanciata da Libera, Arci, Anpi e tante altre realtà, pure gli attori Carmelo Galati e Leo Gullotta: «Metterla è un atto quasi scontato, visto i tempi che viviamo», dice l’artista catanese.

I sindacati stanno facendo la loro parte: Cgil, Cisl e Uil hanno invitato i loro iscritti a indossare la maglietta: «L’iniziativa — dicono Enzo Campo della Cgil Palermo, Leonardo La Piana della Cisl e Gianni Borelli per la Uil — parte dall’obiettivo di contrastare l’ondata di insofferenza sociale che da mesi imperversa nel nostro paese e che rischia di fomentare l’intolleranza nei confronti delle diversità, e in particolare dei migranti».
Dalle grandi realtà sociali a quelle più piccole, sono in tanti a sostenere l’iniziativa. Come gli attivisti della Goletta verde di Legambiente o la Rete delle fattorie sociali siciliane. Saranno migliaia le magliettine che cammineranno per le strade dell’Italia: «Non basta muoverci di fronte ai morti, bisogna farlo prima», è l’appello di don Ciotti.