Palermo

Peculato, indagato l'arcivescovo di Catania

Il nome di Salvatore Gristina finisce nell'inchiesta sull'Opera diocesana di assistenza

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Peculato e appropriazioni indebite nella gestione dell’Oda, l’opera diocesana di assistenza controllata interamente dalla chiesa. E’ l’accusa che trascina tra gli indagati l’arcivescovo metropolita di Catania Salvatore Gristina. Con lui sono finiti nel registro degli indagati anche monsignor Alfio Santo Russo, presidente del cda dell’Oda, e due ex dipendenti dell’Oda, l’ex amministratore delegato Alberto Marsella e la ex segretaria particolare Daniela Stefania Iacobacci. L’indagine è scattata dopo la doppia denuncia presentata dai componenti del cda rimosso dall'Arcivescovo di Catania e dai nuovi vertici dell'Oda: a condurla il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Catania e coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Sebastiano Ardita e dal pm Fabio Regolo. Stamattina la finanza ha notificato ai quattro l’avviso di fine indagine.

Russo e l’arcivescovo Gristina sono indagati specificatamente per peculato per essersi appropriati di somme di denaro che si aggirano intorno ai 260 mila euro derivanti da finanziamenti pubblici, denaro della formazione. In particolare predisponendo un contratto fittizio di locazione dell’Oda, avrebbero simulato il pagamento del canone di locazione, pagato le rate di un mutuo contratto con la Oddcr (opera diocesana catanese per il culto e la religione) eludendo la normativa comunitaria. Alberto Marsella e Daniela Iacobacci sono indagato per appropriazione indebita: si sarebbero appropriati di 40mila euro. Ed in particolare delle rette mensili dei mesi settembre-ottobre 2016 e gennaio 2017 versate dagli utenti della casa di riposo  “Madonna di Lourdes” alla fondazione Oda per oltre dieci mila euro. E poi del contributo dovuto alla ditta Emmeti Italia a titolo di rimborso delle spese di energia elettrica  sostenute dall’Oda a fronte di istallazioni di distributori automatici per 3500 euro. E infine avrebbero sottratto dalle casse dell’Oda oltre 26 mila euro mediante l’utilizzo non giustificato di carte di credito prepagate ricaricate con addebito sui conti correnti intestati all’Oda dal setembre 2016 ad aprile del 2017.