Palermo

Delitto Agostino, il tema sulla mafia di Nino: "Ha diramazioni da far tremare un grattacielo"

I genitori e le sorelle del poliziotto ucciso da Cosa nostra insieme con la moglie Ida, hanno trovato un tema delle scuole superiori tra i ricordi di famiglia
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Aveva 18 anni Antonino Agostino il giorno in cui scrisse, alla V ELC dell'istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, un compito in classe. Il tema era sulla criminalità. Era il 1979. E Nino, come tutti lo chamavano, aveva già le idee ben chiare su mafia e legalità. Il concetto di giustizia, nel suo tema, era legato alla fede in Dio. Dieci anni dopo quel ragazzo, diventato un poliziotto, sarebbe stato ucciso a colpi di pistola insieme alla moglie Ida Castelluccio di 19 anni, incinta della loro prima figlia. Era il 5 agosto del 1989. Un altro mistero d'Italia per il quale, dopo 29 anni, la verità non arriva. I genitori di Nino Agostino, Vincenzo e Augusta, non si sono mai fermati e anche oggi chiedono "di sapere la verità per potere morire in pace", dice Vincenzo Agostino.


"Tra le poche cose di Nino che ci sono rimaste, 8 mesi fa abbiamo trovato questo tema insieme alle mie figlie Nunzia e Flora - racconta Vincenzo Agostino - e lo abbiamo portato in giro per l'Italia. Lo abbiamo letto in classe ai giovani che, in tanti, ci hanno chiesto come è possibile che le indagini sulla morte di mio figlio siano andate così a rilento. La speranza c'è ancora. Ho molta fiducia nei magistrati che stanno seguendo adesso il nuovo corso dell'inchiesta". A giugno su richiesta del procuratore generale Roberto Scarpinato, che ha avocato a sé l'inchiesta, e dei sostituti pg Nico Gozzo e Umberto de Giglio è stata perquisita la casa dell’ex numero due del Sisde Bruno Contrada, nel fascicolo aperto nei confronti dei boss Antonino Madonia e Gaetano Scotto, indicati dai pentiti come i killer dei coniugi Agostino. Alcuni elementi investigativi hanno fatto ipotizzare che prima di essere ucciso, Nino Agostino fosse impegnato nella ricerca di latitanti. Ma avrebbe anche indagato sul fallito attentato all’Addaura contro Giovanni Falcone.

Intanto dal passato riemerge questo tema che parla di "potere occulto", delle "diramazioni della mafia tali da far tremare le fondamenta di un grattacielo", "dell'indifferenza del cittadino". Parole scritte da un ragazzo di 18 anni che adesso sembrano terribilmente profetiche del suo tragico destino. C'era speranza in quelle parole, anche. "Una parte della società rifiuta questa criminalità e propone ideali di giustizia e libertà", scriveva il poliziotto del commissariato San Lorenzo. E la libertà e la giustizia erano legate per lui "al vivere cristiano" e alle scritture della "Bibbia, che accompagnano tutti gli uomini di buona volontà nel passaggio spesso difficile e doloroso della vita".

"Leggendo questo tema - dice Vincenzo Agostino, 81 anni, ex magazziniere della Ferrero a Palermo - ancora di più chiedo di sapere la verità. In nome di quella libertà di cui parlava mio figlio. Lo chiedo anche a due poliziotti che mi hanno fermato e mi hanno detto "Lei non saprà mai la verità su suo figlio". Mi rivolgo a loro e a chi sa".

Il testo integrale del tema
Nel mondo contemporaneo le manifestazioni di violenza e di criminalità sono arrivate a livelli impressionanti. Da un decennio la criminalità e la violenza politica estremistica sono andate man mano aumentando tanto, da lasciare quasi indifferente l'opinione pubblica. I giornali ci parlano quotidianamente di episodi criminali e banditeschi, di regolamenti di conti, di morti ammazzati, di lupara bianca, di scomparse di persone. Tutti questi episodi sono all'ordine del giorno ormai lasciano nell'indifferenza più totale il cittadino medio. Alcune persone pensano che questi criminali si uccidano tra di loro, ma quando in una rapina o in un regolamento di conti rimane ucciso un passante estraneo alla vicenda allora queste persone si ribellano indignate proponendo di punto in bianco di debellare questa piaga che affligge la società e evolve in un'ombra oscura e minacciosa.
Secondo il mio parere il problema è più grave di quanto non sembri a prima vista, perché se si uccidono tra loro non è per mantenersi in allenamento, bensì per acquistare più potere rispetto un altro clan mafioso! Il cosiddetto potere occulto della mafia e quindi della criminalità organizzata ha diramazioni tali da far tremare le fondamenta di un grattacielo.
Questo potere occulto va dalla criminalità spicciola all’appoggio politico del parlamento.
Lo scopo di ottenere questo potere è lo stesso che nei secoli ha spinto l’uomo in una lotta senza quartiere contro i suoi simili. Il Dio denaro, il denaro che viene posto dall'uomo come un valore assoluto, denaro segno di distinzione sociale, segno di emancipazione nell’era contemporanea.
Esiste però una parte di società che rifiuta questa criminalità e in alternativa ad essa propone ideali di giustizia e di libertà dei singoli nei confronti dei suoi simili e nel contesto sociale in cui esso vive.
Propongono anche un modo di vivere cristiano, un modo che accanto alla parola Cristo diventi esempio e modello di vita per gli altri uomini. Vivere con la parola di Cristo e vivere con Cristo.
Oggi molti uomini, spesso giovani, si trovano in una crisi interiore profonda perché hanno posto come assoluti nella loro vita il denaro, oppure la donna o lo sport, venendo a mancare questo valore assoluto si ha il crollo di tutto ciò che li circonda, così si ha lo sbocco alla violenza o l'introdursi nel mondo della droga.
Questa tendenza alla libertà dei singoli rispettando però la libertà altrui con profondo senso di giustizia umanitaria venne evidenziato già duemila anni fa in un libro “la Bibbia" che ha accompagnato e ancora accompagna tutti gli uomini di buona volontà nel passaggio spesso difficile e doloroso della vita.