Palermo

All'Ars e all'Europarlamento: Miccichè deputato con due poltrone

Il presidente dell'Assemblea regionale deve lasciare Bruxelles. Ma prende tempo. I 5 stelle attaccano. Cancelleri: "Si dimetta subito". Corrao: "Grave il suo silenzio"
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La Sicilia ha un nuovo eurodeputato a Bruxelles da oltre un mese ma nessuno lo sa. Il suo nome è «Giovanni Micciché», almeno così compare sul sito ufficiale del Parlamento europeo. Meglio conosciuto nell’Isola come Gianfranco Micciché, presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Sì, proprio lui. In questo momento ricopre un doppio ruolo, anche se l’insediamento formale al Parlamento europeo avverrà solo alla prima seduta plenaria utile, in programma a Strasburgo il 10 settembre.

Micciché, senza fare tanto clamore, è subentrato, come secondo dei non eletti, a Salvo Pogliese, che si è dimesso pochi giorni dopo la sua elezione a sindaco di Catania. Il presidente dell’Ars non riceverà indennità aggiuntiva da Bruxelles, perché c’è il divieto di cumulo, ma da luglio può ricevere comunque i circa 3mila euro al mese che l’Europarlamento mette a disposizione dei deputati per spese di segreteria e generali.

Da un punto di vista amministrativo, Micciché doveva comunicare a Bruxelles entro il 20 agosto il doppio incarico e quindi optare. Ma non lo ha fatto. «Per un fatto di principio, dopo i grandi sacrifici fatti nella campagna elettorale per le Europee nel 2014 da Micciché, che da solo senza alcun aiuto del partito ha ottenuto oltre 50mila voti, il presidente vuole andare almeno un giorno a Bruxelles per comunicare di persona l’intenzione di optare per il ruolo qui all’Ars», spiegano dal suo staff a Palazzo dei Normanni, assicurando «che eventuali somme aggiuntive saranno devolute in beneficenza».

Ma in casa Forza Italia c’è chi, questo «fatto di principio», proprio non lo ha digerito bene. E si tratta di Innocenzo Leontini, secondo dei non eletti, che contava di poter andare subito a Bruxelles: anche perché lui prenderebbe per intero lo stipendio con annessi e connessi, una cifra che supera i 13mila euro lordi al mese.

Pogliese si è dimesso subito perché, in casa Forza Italia, era stato siglato una sorta di gentlemen agreement per far andare subito Leontini all’Europarlamento: per benedire il suo rientro in Forza Italia, dopo la breve fuga verso i cuffariani, e anche per aiutarlo a pagare la recente condanna della Corte dei conti per le spese pazze all’Ars.

Non avevano messo in conto, Pogliese e Leontini, l’intenzione di Micciché di prendersi qualche mese di tempo prima di optare per il ruolo all’Ars. E dire che in casa Forza Italia i comunicati ufficiali avevano annunciato già a inizio luglio l’elezione di Leontini: «Cresce la squadra di Forza Italia con un autorevole rappresentante della provincia di Ragusa in Europa, ho sentito telefonicamente pochi minuti fa Leontini, da oggi parlamentare a Bruxelles, congratulandomi per l’importante carica», annunciava con orgoglio Nino Minardo, deputato ragusano di Forza Italia. Da allora forse non ha più chiamato Leontini.

Dopo la pubblicazione della notizia intervengono i 5 stelle Giancarlo Cancelleri e Ignazio Corrao. "Dimettiti subito dalla carica di europarlamentare, fallo oggi, mandando una comunicazione agli uffici competenti", dice Cancelleri pronto a "fare una colletta se ha bisongo di soldi in più oltre quelli da presidente dell'Ars". Corrao annuncia una interrogazione a Bruxelles: "La doppia poltrona del presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, europarlamentare dal 19 luglio e venuta fuori solo grazie alla solerzia di due giornalisti siciliani, è l’ennesimo schiaffo in faccia ai cittadini. Una vergogna targata Forza Italia per la quale chiediamo il parere del presidente Tajiani, sempre pronto a giudicare tutto e tutti. Cosa dice Tajani adesso? Prova imbarazzo o no?. Quello che fa ancora più specie in questa triste vicenda - spiega Corrao - è che se i giornalisti non lo avessero reso noto, Micciché avrebbe continuato a far finta di niente".