L’inchino alla statua della Santa Barbara, patrona di Paternò, da parte del boss degli Assinnata avvenuto nel 2015 trascina in carcere nove tra picciotti e gregari di Cosa nostra. Gli arrestati, ritenuti appartenenti a quella articolazione territoriale della famiglia mafiosa “Santapaola”, sono state arrestate dai carabinieri di Paternò in quanto ritenute responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, nonché di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, tentato omicidio ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.
Le indagini hanno consentito di definire la posizione di predominio della famiglia Assinnata nell’ambito della criminalità organizzata del paese, evidenziato altresì dal segno di reverenza dell’ ”Inchino” durante i festeggiamenti patronali del dicembre 2015. Gli investigatori, in prosecuzione dello sforzo investigativo che portò sempre in quell’area nel febbraio del 2016 alla cattura nell’ambito dell’operazione “The End” di altri 14 personaggi dello stesso gruppo criminale (per i delitti di associazione di tipo mafioso, estorsione e traffico e spaccio di sostanze stupefacenti) hanno individuato gli assetti del sodalizio - capi e gregari -, riscontrando un diffuso condizionamento illecito dell’economia locale. Le attività hanno consentito di evidenziare il ruolo del responsabile del Gruppo il quale, al posto del padre ristretto in carcere, curava i rapporti con altri esponenti di spicco della mafia.
Le indagini hanno consentito di definire la posizione di predominio della famiglia Assinnata nell’ambito della criminalità organizzata del paese, evidenziato altresì dal segno di reverenza dell’ ”Inchino” durante i festeggiamenti patronali del dicembre 2015. Gli investigatori, in prosecuzione dello sforzo investigativo che portò sempre in quell’area nel febbraio del 2016 alla cattura nell’ambito dell’operazione “The End” di altri 14 personaggi dello stesso gruppo criminale (per i delitti di associazione di tipo mafioso, estorsione e traffico e spaccio di sostanze stupefacenti) hanno individuato gli assetti del sodalizio - capi e gregari -, riscontrando un diffuso condizionamento illecito dell’economia locale. Le attività hanno consentito di evidenziare il ruolo del responsabile del Gruppo il quale, al posto del padre ristretto in carcere, curava i rapporti con altri esponenti di spicco della mafia.