Palermo

Finita la sospensione per le firme false: Di Vita vuole tornare nel gruppo M5S

La deputata fa di nuovo parte del movimento: "Misura cautelare scaduta, ora chiederò la riammissione a Montecitorio"
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Di certo c'è che Giulia Di Vita, da domani, è di nuovo un'esponente del Movimento 5 Stelle. Un anno dopo la sospensione per il caso firme false, la deputata è tornata nel movimento per la fine del provvedimento cautelare e ha avviato la procedura per chiedere di tornare nel gruppo alla Camera, dal quale era stata messa alla porta da Beppe Grillo: nello stesso M5S, però, al momento non è chiaro se anche per Riccardo Nuti e Claudia Mannino, gli altri due deputati sospesi per l'inchiesta di Palermo, per la quale sono stati rinviati a giudizio, la sospensione sia scaduta. Nessuno dei due, però, al momento ha detto di voler tornare nel gruppo M5S a Montecitorio. Per loro, comunque, la fine della sospensione arriverà: "Questi provvedimenti cautelari - chiariscono fonti del Movimento 5 Stelle - hanno una data di scadenza. Nel caso di Di Vita era stato rinnovato l'1 giugno, e dunque è scaduto".

Il ritorno nel gruppo per la deputata palermitana, però, è un percorso tortuoso. Oggi la deputata ha fatto notare il proprio comportamento da "perfetto grillino", vantandosi di avere restituito la quota del suo stipendio anche durante la sospensione, arrivando a una somma di 226.154 euro. "Mi pare coerente e dignitoso - dice la parlamentare - poter concludere il mio mandato nelle fila del gruppo con cui sono stata eletta e per cui da 5 anni lavoro per il bene del Paese continuo la mia attività seguendo i principi originari del M5S. Ho continuato la rendicontazione delle spese e la restituzione al fondo per il microcredito anche dal gruppo Misto. Non serve una etichetta per aderire a un progetto rivoluzionario di cambiamento della politica. Basta crederci". "Fra rientro nel movimento e rientro nel gruppo - obiettano però dal Movimento 5 Stelle - non c'è un automatismo. Bisognerà valutare".

Intanto, però, il Pd va all'attacco: "Il caso della deputata grillina Giulia Di Vita - osserva la parlamentare dem Gea Schirò - risulta esemplare per capire il 'due pesi e due misure' dei M5S e del loro strumentale grido 'onestà, onestà' rivolto agli altri ma mai per se stessi. Nulla è cambiato per lei rispetto a ieri. Anzi, Di Vita risulta indagata per la triste vicenda delle firme false a palermo, si è rifiutata di rispondere alle domande dei magistrati e non ha neanche voluto sottoporsi alla prova grafica. Insomma, il suo non sembra proprio quel comportamento coerente che i grillini annunciano un giorno sì e l'altro pure".