Palermo

Elezioni, vittoria troppo larga per M5S: in Sicilia più seggi che candidati

(siano)
I grillini ottengono 53 posti: ma al proporzionale il successo è così grande che non ci sono abbastanza nomi in lista. Cancelleri: "C'è un buco nella legge". Nel Pd fuori Giambrone, ce la fanno Faraone e Raciti. Per il centrodestra 15 parlamentari. Grasso la spunta in Leu
2 minuti di lettura
Fuori Fabio Giambrone, dentro Davide Faraone e probabilmente Fausto Raciti nel Pd. Un seggio garantito per Raffaele Stancanelli, Renato Schifani e Stefania Prestigiacomo. Ma soprattutto una vittoria larghissima per il Movimento 5 Stelle, che oltre ai 28 eletti all'uninominale piazza 25 parlamentari nella quota proporzionale: tanto larga, la vittoria, da creare un problema nei subentri, visto che molti dei parlamentari grillini che l'hanno spuntata nella quota proporzionale hanno ottenuto il seggio anche all'uninominale. Così, nel M5S, si crea un problema di scorrimento: la lista - che per legge non poteva superare 4 nomi - è troppo breve rispetto ai seggi realmente ottenuti dai grillini.
  • M5S, VITTORIA TROPPO LARGA: CHI SUBENTRA?
Succede ad esempio nel collegio proporzionale di Messina ed Enna. Alessio Villarosa e Francesco D'Uva hanno vinto le rispettive sfide dell'uninominale, e dunque opteranno ovviamente per quel seggio. Alle loro spalle, però, c'è un solo nome, quello di Antonella Papiro: data per certa l'elezione di quest'ultima, il secondo parlamentare che a M5S spetta scatterebbe in un altro collegio. Situazione analoga a Catania (Giulia Grillo e Simona Suriano hanno vinto nella quota maggioritaria, e visto che i seggi ottenuti al proporzionale sono 3 alle loro spalle resta solo Luciano Cantone) e Siracusa-Ragusa (Marialucia Lorefice e Maria Marzana si trovano alle spalle il solo Filippo Scerra) per la Camera e in Sicilia orientale per il Senato (Nunzia Catalfo non può lasciare il seggio a una "riserva" perché M5S ha fatto bottino pieno). "Se per la Camera la situazione è chiara - osserva però Giancarlo Cancelleri, leader di fatto dei Cinquestelle siciliani - per il Senato la norma ha un buco. I seggi a Palazzo Madama sono attribuiti su base regionale, ma in Sicilia abbiamo eletto tutti i nostri candidati. Chiederemo agli uffici come si intende procedere con la casella libera".
  • PD, FUORI GIAMBRONE. DENTRO RACITI, NAVARRA E FARAONE
Nel Pd invece il problema è opposto. C'è l'elezione multipla di Maria Elena Boschi, certo, e la vittoria contemporanea della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio nella sua sfida uninominale di Bolzano lascerà spazio alle sue spalle all'ex rettore di Messina Pietro Navarra, al segretario regionale dem Fausto Raciti e al suo omologo provinciale palermitano Carmelo Miceli, ma poi ci sono anche insuccessi eccellenti: il più clamoroso è quello di Fabio Giambrone, fedelissimo di Leoluca Orlando approdato con lui nel Partito democratico ma rimasto fuori dalla Camera perché il seggio in quel collegio non scatta. Ce la fanno invece Daniela Cardinale, figlia dell'ex ministro Salvatore finita al centro delle polemiche, che va alla Camera da Caltanissetta, e Valeria Sudano al Senato in Sicilia orientale.
  • TANTI RITORNI NEL CENTRODESTRA
Nel centrodestra ci sono infine tanti ritorni. Da Stancanelli al neo-leghista Carmelo Lo Monte, da Schifani a Francesco Scoma, dalla leghista Giulia Bongiorno alla giovane meloniana Carolina Varchi, tutti i nomi più attesi sono in Parlamento: tanto più che Stefania Prestigiacomo centra l'elezione in due collegi proporzionali, e dunque potrà fare spazio a Nino Germanà a Messina o a Giovanni Mauro a Siracusa-Ragusa.
  • TRE ELETTI PER LEU
Bottino magro, infine, per Leu. Ce la fanno solo in tre: il presidente del Senato e leader del partito Pietro Grasso, che approda a Palazzo Madama dalla Sicilia occidentale, il vicepresidente della commissione Esteri della Camera Erasmo Palazzotto e l'ex segretario della Cgil Guglielmo Epifani.