Palermo

Briguglia, Coco e Caronia: "La fiction su Bagarella"

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La parola d’ordine, inevitabilmente, è sospendere il giudizio, studiare l’uomo e la donna di mafia che si ha di fronte e seguire le indicazioni del copione e della regia. Entrano in campo David Coco, Roberta Caronia e Paolo Briguglia ne “Il Cacciatore”, la fiction ispirata a “Il cacciatore di mafiosi” del magistrato Alfonso Sabella, che racconta la vera storia del magistrato in uno degli spaccati più cruenti della lotta tra lo Stato e la mafia nei primi anni ’90.

Sono i personaggi “negativi” della serie, il catanese David Coco che interpreta il boss Leoluca Bagarella, la palermitana Robert Caronia, che si cala nei panni della moglie Vincenzina, e Paolo Briguglia in quelli dell’autista di Bagarella, Tony Calvaruso. Nel cast della serie, che è realizzata da Cross production per Rai fiction e diretta da Stefano Lodovichi e Davide Marengo, sono gli obiettivi delle indagini del protagonista, interpretato da Francesco Montanari. Il film andrà in onda su Rai Due in sei puntate: l’identità di Sabella viene celata sotto il nome di Saverio Barone, giovane pm impegnato nella stagione immediatamente successiva alle stragi. Le riprese adesso sono tornate anche in città per raccontare altri tasselli di vita del pm che riuscì a mandare in galera Leoluca Bagarella, appunto, ma anche Giovanni Brusca. Le ultime pose sono previste a Palermo entro la fine di ottobre.

Reduce dalla vittoria del premio Virginia Reiter, Roberta Caronia dice: «E’ un donna dalla psicologia complessa e da palermitana è sempre arduo interpretare una donna di mafia, il giudizio è sempre in agguato. Per sfuggire lo stereotipo sono partita dalle piccole cose: ho pensato alla latitanza, alla solitudine.. Per esempio quando abbiamo girato una scena alla Vucciria, nel rumore del mercato, ho pensato cosa potesse significare per una donna vissuta così tanto sempre nell’ombra, in clandestinità, aggirarsi per quelle vie che brulicano di vita».

A David Coco è capitato altre volte di raccontare le storie di Cosa nostra, da una parte e dall’altra della barricata: è stato Gaspare Pisciotta in “Segreti di stato”, ma anche il primo vero pentito di mafia, Leonardo Vitale ne “L’uomo di vetro”, e ancora in tv il capo della squadra mobile Ninni Cassarà fino a Provenzano in “L’ultimo dei corleonesi”. «Non attiviamo il giudizio di una persona onesta nell’interpretare il ruolo di un criminale- sottolinea subito Coco, che nel frattempo ha finito di girare, nei panni di un cavaliere del lavoro  mafioso, il film per Rai Uno “Prima che la notte”, di Daniele Vicari ispirato al libro omonimo scritto da Claudio Fava e dedicato al padre Pippo Fava ucciso nell’85- posso solo seguire la prospettiva della scrittura del personaggio».

Si racconta un mafioso nella sua dimensione più personale. «Sì, qui si racconta la vita privata di Bagarella, il suo rapporto con la moglie, la latitanza fino alla cattura - continua l’attore che nei giorni scorsi ha girato in svariate location tra Monte Pellegrino, Castelvetrano e Piana degli Albanesi-  perché il film è incentrato proprio sugli obiettivi di Sabella, e Bagarella era uno dei primi. Anche se sono personaggi che raccontano la ferocia, il male, si parla di persone e il male appartiene a questo mondo».

Paolo Briguglia  interpreta Tony Calvaruso, l’autista di Bagarella. «Un ragazzo che crede di poter "lavorare" per Cosa nostra come semplice assistente, senza essere coinvolto in violenze e omicidi, ma si troverà a non avere vie d’uscita-racconta Briguglia, che sarà anche nel film “Malarazza” di Giovanni Virgilio dove interpreta un travestito di San Berillo, che cerca di aiutare la sorella avvilita da un marito violento- Quelle come “Il cacciatore” sono storie importanti da raccontare, sono la parte più oscura della nostra società. Aiutano a capire un aspetto distorto dell'identità siciliana, ci fanno intendere meglio chi siamo, chi siamo stati e cosa non dovremmo mai essere».