Parma

Teatro, nel laboratorio Leonardo dove la scena prende forma

(vasini)
In un capannone a Madregolo una squadra di artisti veste teatri italiani ed esteri. Da Grease al Cirque du Soleil
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Il titolare, Francesco Musini, iscritto alla facoltà di Pedagogia dell'università di Parma, aveva un sogno: diventare maestro.

Non ha raggiunto la laurea (mai dire mai) ma è comunque diventato maestro...di scena. "Ho messo i piedi sul palcoscenico del teatro Regio da giovane. Cercavo un lavoretto per pagarmi gli studi universitari. Posso dire che da quel palco non sono più sceso".

Musini guida una classe di fabbri, falegnami, saldatori, tornitori, scenografi; tutti insieme, in un grande capannone dalle parti di Madregolo di Collecchio, formano il Laboratorio di Leonardo. Se frequentate i teatri vi sarà probabilmente capitato di vedere una loro realizzazione (Grease, ad esempio, in programma il 30 e 31 gennaio al Regio di Parma).

Quest'anno l'attività festeggia 20 anni durante i quali ha vestito recitazioni in tutta Italia e non solo, grazie a un passaparola ad alto gradimento fra registi e teatranti che è la pubblicità migliorare per andare avanti.

Una delle commesse più recenti e importanti è stata la rappresentazione del Cirque du Soleil per Expo 2015 a Milano: chi ha avuto la fortuna di ammirare lo spettacolo ne ricorderà certamente potenza scenica, bellezza e coinvolgimento.  Dentro il capannone il caos è organizzato e il clima rilassato, seppure le scadenze incombano: all'occhio del profano sembra impossibile che tutti i pezzi alla fine andranno a incastro. Le mani, artigianato allo stato puro: tagli, intarsi, vernice, colla, saldature, schegge di legno, gesso, polistirolo, telai in ferro. Uno spettacolo che precede lo spettacolo.

Ci guidano Vittorio e Michele, rispettivamente del settore amministrativo e commerciale-comunicazione. Con la cultura, dunque, si mangia ma l'economia ha tempi diversi, meno scenici e più reali, fra appalti che arrivano all'ultimo minuto, budget risicati. "Non possiamo stilare un bilancio preventivo, ogni anno è diverso dall'altro. In generale i lavori commissionati dall'estero danno più certezze e puntualità".

La squada sta preparando per il Teatro Nuovo di Milano Spamalot con Elio nei panni di Re Artù; debutto a Montecatini il 31 ottobre e tour italiano. Si lavora anche alle scene della serie tv che Ammaniti sta girando a Parma per Sky Atlantic. E ancora Rigoletto per il teatro di Pavia. In passato La Scala, Opera di Roma, l'imponente impianto scenico di Antonio Mastromattei per la Divina Commedia, il festival irlandese Wexford, presto Losanna.

Il Laboratorio abbraccia tutte le fasi, dall'ideazione alla produzione ed è l'unico a Parma e in regione ad aver raggiunto certi traguardi. Una decina di addetti fissi a cui si aggiunge una rete di fidati collaboratori che alimentano l'organico a seconda degli ordini.

Il lavoro può sconfinare negli allestimenti museali: in consegna un impianto in legno per l'auditorium della nuova sede della Fondazione Monte Parma in via Farini.

"Il titolo della tesi - ricorda Musini - doveva essere 'Come passare dal martello alla sparachiodi senza perdere la conoscenza'". Balzare all'attualità, fra robot e stampanti 3d, è un attimo: "La tecnologia offre indubbie possibilità ma tende a privarci del saper fare". La standardizzazione dei processi e la manualità che rende un prodotto unico.

Racconta un episodio, quando si presentò un cliente con una foto, strappata da un catalogo di una nota catena: "Voleva riproducessimo il mobile in laminato tale e quale a un prezzo inferiore rispetto a quello indicato nel foglio...".

"La velleità pedagogica è rimasta: portiamo avanti progetti di collaborazione con gli istituti, ad esempio il liceo Toschi, per dare l'opportunità agli studenti di imparare un mestiere. E' il nostro modo di fare responsabilità sociale d'impresa. Il sogno è realizzare proprio qua una scuola di artigianato per ragazzi".