Parma

Aeroporto di Parma, Pd come Pizzarotti: "Va salvato, grandi opportunità"

L'intervento del segretario provinciale Cesari: "Perso lo scalo non resterebbe che una stazione ferroviaria di media importanza"
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Le potenzialità dell'aeroporto di Parma sono alte. Purtroppo, si rischia la chiusura proprio alla vigilia della possibile apertura di importanti opportunità. Bisogna fare ogni ulteriore sforzo per evitare questo evento e per trovare uno sbocco non di sopravvivenza, ma di consolidamento dello scalo".

Lo scrive il segretario provinciale del Pd Nicola Cesari a pochi giorni dall'assemblea che il 27 dicembre dovrà decidere il futuro dello scalo parmigiano

Per il sindaco di Sorbolo, paese alle prese con il post esondazione dell'Enza e soprattutto con gravi problemi viabilistici legati alla chiusura del ponte sul Po che collega Colorno a Casalmaggiore, ricorda che "quattro anni fa, uno sforzo corale del presidente della Sogeap, delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e dei parlamentari portò a salvare l’aeroporto, già in gravissima condizione, ottenendo la concessione ventennale e la riclassificazione come scalo nazionale".

Tuttavia, in questi quattro anni, "non si è realizzata, nonostante gli sforzi di tutti, la condizione per il suo rilancio: l’acquisto da parte di Bologna o di Milano non è andato in porto; la parziale conversione a cargo nemmeno, anche se l’ipotesi rimane in piedi; l’equilibrio di bilancio non è stato raggiunto".

Nel frattempo, è giunto il finanziamento regionale di 12 milioni di euro per l’allungamento della pista; "la situazione degli aeroporti di Linate e Bologna e di Orio al Serio è sempre più di saturazione, cosicché lo scalo di Parma appare un naturale sbocco per la necessaria implementazione  della rete aeroportuale".

A cui va aggiunta l'ipotesi di un finanziamento da parte delle Fiere di Parma dopo che il Comune di Parma aveva ceduto una parte delle azioni detenute nell'expo di Baganzola. 

Per questo Cesari, così come il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, ritiene che "ragioni di equilibrio tra le aree dell’Emilia-Romagna, motivi di sviluppo e di potenziamento dell’Emilia occidentale, evidenti esigenze di sviluppare un polo logistico tra Mediopadana, Cepim e Aeroporto di Parma rendono sempre più chiaro che le potenzialità del Verdi" sono alte".

E proprio come il primo cittadino lancia un appello al sistema Parma: "La ragione è politica e socio-economica. Perso l’aeroporto, a Parma non resterebbe che una stazione ferroviaria di media importanza" seppur costata - va ricordato -  decine di milioni di euro e tuttora priva dell'interconnessione con l'ata velocità.

L'appello del comitato No - Cargo

Peraltro e in aggiunta, se la prospettiva della Tibre autostradale dovesse svanire, al momento è finanziato solo il primo tronco che termina nella campagna di Trecasali, e dovesse andare in porto il collegamento tra il primo stralcio della Tibre e la Cispadana "(ri)subiremmo, sul piano viabilistico, lo stesso effetto della localizzazione della Mediopadana a Reggio Emilia: una irreversibile marginalità trasportistica e logistica a dispetto della naturale centralità di Parma, che sarebbe definitivamente suggellata proprio con la realizzazione del collegamento Tirreno-Brennero. E la suddetta marginalità trasportistica e logistica sarebbe destinata a pesare assai sul ruolo politico e socio-economico di Parma e provincia e a costituire un altro duro colpo alla opportunità del suo rilancio".

Cesari chiede dunque unità d'intenti all'economia, alle istituzioni e alla politica anche perché "le altre realtà vicine non sono ferme. Il Pd tutto è disponibile a fare la sua parte".

Forse non proprio tutto, considerata la recente lettera di Nicola Dall'Olio sulle opere infrastrutturali locali.  Pd che martedì in Consiglio comunale chiederà alla Giunta un aggiornamento della situazione.