Parma

Stranieri in classe Parma terza in regione Forza Italia: così non funziona

"Occorre una migliore distribuzione dei minori nelle classi e pre-scolarizzare l'apprendimento della lingua italiana"
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Una graduatoria regionale "sulle classi composte da troppi stranieri" in Emilia-Romagna, dove "i nostri figli o i nostri nipoti", vicini a una maggioranza di compagni che non parlano "neanche una parola di italiano, finiscono con l'addormentarsi sui banchi non per colpa di insegnanti intransigenti o troppo indulgenti, né per bambini svogliati o non desiderosi di apprendere, ma per la noia di assistere a lezioni totalmente prive di stimoli che li privano della voglia di imparare".

Ha deciso di stilare lo speciale elenco Forza Italia per denunciare l'effetto di un troppo frequente sforamento del tetto del 30% di stranieri per classe: non sarebbe rispettato in 3.278 classi su 24.929 (13,10%).

In dettaglio, nella classifica di Forza Italia guarda tutti dall'alto Piacenza col suo 24% (409 classi in deroga rispetto al 30% su 1.704), seguita da Modena col 17,9% (763 su 4.253), Parma col 14,4% (352 su 2.437), Reggio Emilia col 14,3% (441 su 3.091), Bologna col 12,4% (647 su 5.232), Ferrara col 10% (185 su 1.843), Forli'-Cesena col 9,1% (219 su 2.398), Ravenna col 9% (186 su 2.056) e Rimini col 4% (76 classi su 1.915 totali).

A mettere in fila i dati, in un comunicato dal titolo "A scuola mi difendo con l'alfabeto", è Cristina Paolini, responsabile scuola del partito, che spiega: "Per disposizione ministeriale" le classi nelle scuole statali vanno composte con massimo un 30% di alunni con cittadinanza non italiana. "Ma nelle nostre realtà questo 30% è rappresentato da bambini stranieri che ignorano completamente o quasi del tutto l'italiano" e "quando non si conoscono nemmeno i rudimenti fondamentali della nostra lingua, non è ragionevole pensare di innalzare il tetto massimo di stranieri in una stessa classe senza compromettere il livello di istruzione degli alunni".

Scendendo nel dettaglio, si nota che più lo sforamento del 30% si riduce, più aumenta il livello di istruzione: alle superiori tocca solo lo 0,6% delle classi, alle medie il 3,1%, alle elementari il 6,1%; all'ultimo posto l'infanzia: 10,2%. A preoccupare Forza Italia è soprattutto il caso di Forlì-Cesena: sfora il 9,1% delle classi e il dato "va rapportato all'incidenza nel territorio di minori stranieri nella fascia zero-18, che rappresentano ben il 14%".

"Come si può continuare a sostenere - sostiene Paolini - che in queste realtà non venga compromesso il grado di istruzione dei nostri figli e, soprattutto, come si può pretendere che venga posta in essere quell'integrazione tanto auspicata fra bambini italiani e stranieri quando questi ultimi, di certo non per colpa loro, non conoscono che qualche parola della lingua italiana?".

E' ora, quindi, di "dire la verità ai cittadini: nelle nostre scuole la multiculturalità non può e non dev'essere la giustificazione di questa assurda situazione", dice Paolini sostenendo appunto che con compagni poco 'pratici' di italiano si finisce per aver voglia di studiare poco. Di qui l'appello a una "migliore distribuzione dei minori stranieri nelle classi" e a 'pre-scolarizzare' "il bambino straniero supportandolo nell'anno precedente all'ingresso alla scuola elementare nell'apprendimento della lingua italiana".