Parma

'Ndrangheta, la G-Plast di Gigliotti sotto sequestro

La società calabrese è una controllata del gruppo Gf di Parma
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Prime ripercussioni a carico della galassia societaria che fa capo a Franco Gigliotti, il 49enne alla guida della Gf di Parma ritenuto dagli investigatori calabresi imprenditore di 'ndrangheta.

La magistratura ha posto sotto sequestro la G-Plast, una srl attiva nel riciciclo delle plastica che Gigliotti aveva creato nel suo paese natale, Crucoli, nel 2016. 

Per gli inquirenti, come emerso dall'ordinanza, l’imprenditore "finanziava la cosca e in cambio contava sulla carica di intimidazione della cosca stessa per assumere una posizione leaderistica nel settore del riciclaggio della plastica per il tramite della G-Plast" nella zona di riferimento del clan in Calabria.

La G-Plast è controllata al 70% dalla Gf, con il resto delle quote divise tra la nipote Maria Francesca Gigliotti (20%), Tommaso Arena e Gabriele Cerchiara, ciascuno con il 5%. Ma dietro l’azienda, secondo le indagini, ci sarebbero Giuseppe Spagnolo, Vittorio Bombardiere, Francesco e Gaetano Aloe, tutti e tre ritenuti uomini della cosca.

L’impresa calabrese resta attiva ma sotto il controllo degli amministratori giudiziari.

Nelle maglie del sequestro anche la Ag Film, azienda in liquidazione, dietro cui si nascondono i fratelli Aloe, Francesco e Gaetano, anch'essi arrestati nell'operazione Stige.

Società che sarebbe stata finanziata sempre da Gigliotti. Secondo l’ordinanza, nel settembre 2015 a Parma si svolse un incontro per concludere la cessione all’imprenditore dell’attrezzatura della srl. Un’operazione pari a 83mila euro, per dissimulare il finanziamento erogato da Gigliotti alla cosca cirotana.

I sigilli sono inoltre scattati per lo stabilimento balneare Nik Beach a Cirò Marina, il cui ampliamento sarebbe stato realizzato con strutture fornite, a titolo gratuito, da Gigliotti. Dietro l’impianto sempre il boss Spagnolo. 

Complessivamente sono 60 le imprese e società finite sotto sequestro. Tra i beni (appartamenti, auto e conti correnti), anche quelli di Vittorio Farao e Aldo Marincola, sempre arrestati a Parma.

Dove sono stati bloccati anche un paio di conti correnti intestati a Vittorio Farao.