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Parma Capitale cultura 2020: i progetti Pizzarotti: "Più emozionato oggi che alle elezioni"

La decisione del Mibact premia la città ducale. Una rincorsa che ha coinvolto grandi nomi parmigiani da Bernardo Bertolucci a Franco Maria Ricci. Le motivazioni della giuria e le reazioni

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Parma sarà Capitale italiana della cultura 2020. Lo ha deciso venerdì mattina la giuria di selezione del Mibact guidata dal presidente Stefano Baia Curioni che ha comunicato al ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, l'esito della selezione.

Alla città un milione di euro dal ministero e un ritorno di immagine ad ampio raggio. Il sindaco Federico Pizzarotti poco dopo la proclamazione a Roma nelle sala Spadolini del ministero: "Sono più emozionato oggi del giorno delle elezioni. Raramente ho poche parole, stavolta mi avete lasciato senza. Ora abbiamo una grande possibilità. Dopo gli anni della speculazione, dei grandi debiti, questa vittoria è un bellissimo messaggio alla città. Quando Parma resta unita non la batte nessuno. Ringrazio tutti di cuore. Il tempo di toccare il cielo con un dito e poi subito a lavoro, subito immersi in questa grande avventura".

Parma ci aveva già provato nel 2016 ma il titolo allora era andato a Mantova. Il primo cittadino ha ricordato le altre finaliste, Piacenza e Reggio Emilia in particolare, a cui Parma è legata dall'associazione Destinazione turistica emilia e con cui "vogliamo continuare a lavorare insieme". In lizza c'erano anche Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro e Treviso.

Parma capitale della cultura: il doc che ha portato alla vittoria

Il ministro Franceschini, nello spiegare la scelta unanime della giuria, ha sottolineato la capacità di Parma nel fare rete e sinergia tra pubblico e privato ai fini dell'offerta culturale. Il territorio ha fatto sistema e ha messo in campo tra fondi privati e pubblici, e oltre al milione che arriva dal Mibact, cinque milioni di euro. L'Enel, inoltre, garantirà un progetto di turismo sostenibile.

"La competizione - ha sottolineato il ministro - diventa ogni anno più forte, con città che presentano progetti straordinari. È una scelta difficile, ma la commissione ha deciso all'unanimità. Parma è sicuramente e ha tante ragioni legate all'arte, alla musica, al cibo. La nomina rappresenta un traino sui grandi mercati internazionali: il turismo è cresciuto prima a Mantova, poi a Pistoia".

La città dal nobile passato, dei Farnese e dei Borbone, petite capitale con Maria Luigia d'Asburgo, di Correggio e Parmigianino, Bodoni e Toscanini, del maestro Giuseppe Verdi, dei Bertolucci, sede di una delle più antiche università al mondo e oggi del grande Centro studi archivio comunicazione (Csac) ha dunque tagliato il traguardo per prima.

Capitale italiana della cultura 2020: Parma e le altre nove finaliste

Un successo che si aggiunge a quello di Città creativa della Gastronomia Unesco ottenuto nel 2015.

Nella presentazione della candidatura l'Amminitrazione comunale, guidata dall'assessore Michele Guerra, e il comitato scientifico (di cui hanno fatto parte, tra gli altri, Bernardo Bertolucci, Franco Maria Ricci che ha disegnato il logo e lo scienziato Giacomo Rizzolatti) hanno puntato sui sette distretti socio-culturali, dislocati in diverse aree della città, che diventano spazi di creatività, riflessione, rigenerazione e innovazione.

Trentadue progetti stretti attorno al claim - La cultura batte tempo – e basati su quattro pilastri (cantieri, produzioni, rassegne ed esposizioni) per allargare la produzione culturale.

"Fra tutti, quello pilota - spiega l'assessore Guerra mentre da Roma fa ritorno a Parma - è certamente l'intervento previsto nell'Ospedale Vecchio che sarà al centro di tutto in quanto luogo di futuro della memoria. Uno spazio che siamo certi rivitalizzerà l'intero quartiere Oltretorrente perché farà in modo che le persone frequentino e vivano sempre di più quell'architettura che diverrà multimediale. Lì, negli archivi dove la città ha le sue radici, Parma si riappropria della propria storia in un'ottica di contemporaneità, grazie anche a quattro open call dedicati a giovani artisti, creativi e informatici. Una cultura di tutti per tutti: questo il filo conduttore della candidatura che ha mosso molte produzioni dal basso e una grande partecipazione".

Rigenerazione urbana che diventa dunque rigenerazione sociale attraverso una sostenibilità economica e culturale: niente grandi eventi, che "hanno stancato e lasciano poco", ma "investimenti che creano ricchezza per il territorio".

Parma Capitale italiana cultura 2020: l'annuncio del ministro, l'emozione di Pizzarotti

"Vedo in città un clima quasi da stadio e sono felice che avvenga per la cultura. Un percorso avviato sette mesi fa che ha richiesto un grande dispendio di energia, non è un successo mio ma di tutte le persone che ci hanno lavorato dall'assessorato ai partner privati".

"Da quando abbiamo iniziato il cammino - aggiunge Guerra - non abbiamo sbagliato un passaggio. Ora abbiamo una enorme responsabilità su tutti noi. Non dobbiamo deludere la grande gioia che c'è in città. Di fronte abbiamo una scommessa di trasformazione culturale che poggia sulla condivisione di un progetto trasversale e partecipato. Parma 2020 non è un’etichetta o un premio da esibire, è una responsabilità enorme che ci pone sotto gli occhi di tutto il Paese e non solo".

"Se porterò avanti i progetti da nuovo sindaco? Assolutamente no..." chiosa l'assessore in riferimento all'ipotesi di una sua candidatura alla fine del mandato Pizzarotti nel 2022.
Saranno chiamati a raccolti tutti gli attori: il conservatorio Boito che porterà musica e arte nelle periferie, il Festival Verdi del Teatro Regio che curerà anche una stagione speciale dedicata al Novecento assieme a Fondazione Toscanini e Teatro Due, la rinnovata Galleria Nazionale del complesso monumentale della Pilotta, il Festival della creatività contemporanea Parma 360 e ancora Fondazione Magnani Rocca, Museo Guatelli e il Labirinto della Masone. Con un obiettivo parallelo: passare da 700mila turisti l'anno a un milione nel 2020.

La motivazione della vittoria  - Esempio virtuoso e di elevata qualità nella progettazione territoriale a base culturale". Così recita la motivazione della giuria presieduta da Baia Curioni. "I punti di forza" del programma presentato, "La cultura batte tempo", sono "in particolare la capacità di attivare e coordinare un sistema estremamente complesso di soggetti, allargato su base territoriale estesa.

Il progetto, infatti, enfatizza un forte, attivo, coinvolgimento dei privati e delle imprese del territorio, una stretta relazione con il mondo dell'università e della ricerca, con il mondo della cultura e del welfare". Ma anche "la presenza di un rapporto consapevole tra rivitalizzazione urbana, integrazione sociale e produzioni cultuali con riferimento esplicito all'attivazione di distretti; un sistema di offerta culturale di ottimo livello realizzato con una esplicita attenzione ai giovani, all'integrazione tra discipline artistiche, con particolare riferimento alla tradizione musicale; e una forte capacità di infrastrutturazione culturale e di gestione dei sistemi di accoglienza e gestione della attrattività in vista della sostenibilità complessiva".
(vasini)
Parma, io ci sto, l'associazione di imprenditori e imprese del territorio di Parma che ha sostenuto la candidatura si dice, attraverso il presidente Alessandro Chiesi, "felice e profondamente orgogliosa di questa vittoria. Abbiamo lavorato moltissimo negli ultimi due anni come Associazione e come città, dando vita ad un vero e proprio lavoro di team che oggi ha dato  i risultati sperati e meritati. Oggi come non mai siamo fieri di essere parmigiani e non vediamo l’ora di partire con questa nuova importantissima occasione per tutti".

Franco Maria Ricci: "È da tanto che noi parmigiani siamo Capitale: coi Farnese, coi Borbone, poi con Napoleone e Maria Luigia, Parma ha sempre avuto l’allure di una città internazionale, colta, cosmopolita. Ora dobbiamo tutti lavorare affinché questa occasione non diventi soltanto una trovata commerciale e pubblicitaria ma riveli a tutti l’anima più profonda della cultura parmigiana. Che il sipario si alzi. Che la luce dei riflettori ci inondi".