Parma

I Tesori d'orienti nel Labirinto della Masone

FORZIERE, GUJARAT, INDIA, XVI SECOLO 
Nell’edificio che ospita la collezione di Franco Maria Ricci una mostra narra i tesori di Goa sotto il dominio portoghese
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Una foresta di bambù a forma di stella. Una creazione anomala e straniante tra i campi della Bassa parmense, vicino a Fontanellato.

Il Labirinto della Masone, voluto dall’editore e collezionista Franco Maria Ricci sulle terre di famiglia, è un catalizzatore di racconti: non solo per l’intrico vegetale in cui è bello perdersi, ma perché accanto sorge l’edificio che ospita la collezione di Ricci (dalle nature morte settecentesche dello Pseudo Resani al ritratto di Clemente X di Bernini), una biblioteca e vari spazi per mostre temporanee, dove domina la passione per l’esotico e i legami tra Est e Ovest.

È questo il filo nascosto di Tesori d’oriente. La Camera delle meraviglie di Garcia de Orta, che fino al 14 ottobre racconta, attraverso manufatti preziosi provenienti da musei e collezioni private, la storia della ricchezza coloniale delle Indie portoghesi e la vicenda di uno studioso e del suo libro-mondo.

In mostra scrigni, tavoli da gioco, oggetti devozionali realizzati tra Europa e India nel corso del Cinquecento con avori, gemme e madreperla asiatici, poi finiti nelle Wunderkammer, le stanze delle curiosità dei potenti, dal Portogallo alla Francia.
GIOCO DA TAVOLO RIPIEGABILE, COSTA DI MALABAR, INDIA, TARDO XVII SECOLO 
A far luce sul mondo lontano del subcontinente, sulla sua esuberanza botanica, le pietre preziose, gli animali misteriosi, fu un medico e mercante portoghese, Garcia de Orta, che visse a Goa, allora capitale dei domini portoghesi in India, nel XVI secolo.

Qui fece stampare i Colóquios dos simples e drogas da India, un’opera enciclopedica sulle meraviglie di quella terra. Una riduzione dei Colóquios fu poi tradotta in latino dal fiammingo Carolus Clusius, e in questa versione e nelle traduzioni in altre lingue ebbe ampia diffusione, contribuendo ad accrescere la fame di viaggi e conquiste delle élite europee.
CRIGNO CINESE, XVII SECOLO 
Ma Garcia de Orta e i suoi colloqui (aveva scelto l’espediente del dialogo con un immaginario studioso) furono dimenticati fino all’Ottocento. Ora la mostra, curata dal portoghese Pedro Moura Carvalho, e il catalogo delle edizioni Franco Maria Ricci, riportano alla luce la storia di una Goa mitica di perle, giardini e chiese.

Come la cattedrale di Santa Caterina in cui Orta fu sepolto. Vent’anni dopo il corpo fu esumato e bruciato: l’Inquisizione aveva estorto alla sorella di Garcia una confessione secondo la quale gli Orta, marrani di origine spagnola, erano rimasti ebrei in segreto. Le sue pagine però non bruciarono. E la loro erudizione continuò a dare frutti per i secoli a venire.

*Il Venerdì di Repubblica