BARI – A seguito dell’aggressione fascista, a termine della manifestazione “Bari non si Lega”, per mano di una trentina di militanti di CasaPound Bari contro alcuni attivisti antirazzisti; il capoluogo pugliese ha deciso di reagire, ergendosi a locomotiva antifascista d’Italia.
In migliaia si sono riuniti gli esponenti della “Bari per bene” (e non la “Bari bene”). Vi erano esponenti del comune, dell’associazione universitaria Link Bari, Rete della Conoscenza, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Liberi e Uguali, ANPI Puglia, CGIL Puglia ed Ex Caserma Liberata.
Figure di spicco di queste entità politiche e sociali si sono alternate in interventi, facenti parte tutti di un unico coro: unità e lotta collettiva per la democrazia. Il presidente di ANPI Puglia, Ferdinando Pappalardo, ha aperto le danze, seguito poi da Claudio Riccio ed Eleonora Forenza, alcune delle vittime dell’aggressione. Infine, il dibattito si è chiuso con l’intervento del Prof. Luciano Canfora, le cui parole sono sempre garanzia di successo tra le mura cittadine.
Quella che si è tenuta ieri non è un punto fermo sui fatti di venerdì scorso. Non può esserlo. Deve, piuttosto, essere un momento, una tappa di un percorso di maturazione e sensibilizzazione che la città di Bari deve vivere ed attraversare per affinare la sua matrice antifascista. Sul ricordo di Benedetto Petrone, la Bari antifascista, solidale e per bene vuole risorgere ma il percorso da percorrere è ancora ampio. Sabato alle 18, sempre nel quartiere Libertà, si terrà un ulteriore corteo, in risposta ed in aggressione al nemico violento, facinoroso, razzista, xenofobo e fascista che popola la nostra terra. Viva la democrazia.