Milano, 1 dicembre 2017 - 12:46

Mondo di Mezzo, procura ricorre in appello: «È mafia»

Depositato atto contro sentenza emessa il 20 luglio affinché venga riconosciuto l’articolo 416 bis

(Ansa) (Ansa)
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La procura di Roma ha depositato venerdì presso la cancelleria della X sezione del tribunale l’atto di appello della sentenza del maxi-processo Mafia Capitale con la quale il 20 luglio scorso non è stato riconosciuto l’articolo 416 bis (associazione di stampo mafioso) contestato a una ventina di imputati, tra cui l’ex Nar Massimo Carminati - condannato a 20 anni - e il «ras delle cooperative» Salvatore Buzzi - condannato a 19 anni di carcere - , ed è stata esclusa l’aggravante del metodo mafioso (articolo 7 della legge 152/1991).

I punti della sentenza in discussione

Il Procuratore Giuseppe Pignatone, gli aggiunti Paolo Ielo, Giuseppe Cascini, Michele Prestipino e il pm Luca Tescaroli, nell’impugnare quella sentenza, hanno insistito perché vengano riconosciuti l’articolo 416 bis e l’aggravante del metodo mafioso. Altro aspetto della sentenza di primo grado che la procura intende eccepire è quello legato all’esistenza di una sola associazione per delinquere, e non di due diverse semplici (una composta da Carminati, Brugia, Calvio e Lacopo, e l’altra dai primi due più Buzzi e i suoi più stretti collaboratori), come ravvisato invece dal collegio presieduto da Rosanna Ianniello.

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