Milano, 3 dicembre 2017 - 18:42

Ostia: clan in guerra e l’Antimafia riaccende i riflettori

Ancora controlli interforze e martedì 5 audizioni in Commissione parlamentare del prefetto Paola Basilone, di alcuni esponenti della procura distrettuale e della presidente del Municipio Di Pillo

L’arresto del guardaspalle di Roberto Spada, Alvez Del Puorto Nelson (Ansa) L’arresto del guardaspalle di Roberto Spada, Alvez Del Puorto Nelson (Ansa)
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Sarà sotto assedio anche questa settimana, segno evidente che le istituzioni non intendono assolutamente mollare la presa. Il territorio di Ostia continuerà ancora per diversi giorni ad avere i riflettori puntati.

Clan in guerra?

Proseguiranno anzitutto i controlli straordinari organizzati congiuntamente da polizia, carabinieri e Guardia di finanza, culminati già con sequestri di armi e droga e perquisizioni domiciliari a carico di soggetti ritenuti vicini ad ambienti della criminalità: un’attività interforze resasi necessaria all’indomani dell’arresto di Roberto Spada, esponente di spicco dell’omonimo clan, e del suo guardaspalle sudamericano Ruben Nelson Alvez Del Puerto, protagonisti, il 7 novembre scorso, della brutale aggressione al giornalista Daniele Piervincenzi e al filmmaker Edoardo Anselmi del programma Rai Nemo. Un grave episodio al quale la magistratura romana (che ha appena impugnato la sentenza di primo grado del processo Mafia Capitale chiedendo alla corte di appello di ripristinare il 416 bis del codice penale per 19 imputati) ha attribuito il carattere di mafiosità, complice il vuoto di potere che a Ostia si registra da quando molti esponenti del clan Fasciani, per decenni i veri padroni del Municipio X, sono detenuti in carcere. Ma anche le manette messe ai polsi di Spada, attualmente detenuto nel carcere di alta sicurezza friulano di Tolmezzo, sembrano aver sparigliato le carte se è vero che pochi giorni fa la porta dell’abitazione di Silvano Spada, cugino di Roberto, è stata raggiunta da diversi colpi di pistola e quella della casa di suo fratello, Giuliano, è stata presa a calci e pugni da ignoti. Per non parlare delle due persone gambizzate in una pizzeria in via delle Canarie una decina di giorni fa: una di queste è Alessio Ferreri, nipote di Terenzio Fasciani, fratello del boss Carmine.

L’Antimafia in missione

Che cosa sta succedendo, dunque, a Ostia? Chi indaga è convinto che la pax mafiosa sia finita e che i vecchi clan abbiano ripreso a farsi la guerra per la gestione degli affari illeciti sul litorale: chioschi, ristoranti, stabilimenti balneari, esercizi commerciali del centro storico, da sempre hanno fatto gola alle strutture criminali. Ma un’altra ipotesi investigativa sta prendendo piede: forse c’è un’altra organizzazione, ritenuta vicino al clan dei casalesi, che ha deciso di farsi avanti e di puntare a conquistare tutto il territorio approfittando dell’improvviso declino delle famiglie concorrenti. Un fatto è certo: questa volta lo Stato non ha alcuna intenzione di sottovalutare il fenomeno criminale. Lo dimostra la missione che una delegazione della Commissione parlamentare Antimafia, guidata dalla presidente Rosy Bindi, ha programmato per il 5 dicembre prossimo per toccare con mano la delicata situazione che sta attraversando il X Municipio della Capitale, fresco del voto amministrativo che ha sancito il successo del Movimento 5 stelle con buona parte degli elettori residenti che hanno preferito disertare le urne facendo registrare un allarmante astensionismo. Per martedì sono previste le audizioni pel prefetto di Roma Paola Basilone, di alcuni esponenti della procura distrettuale e della presidente del Municipio. Per l’organismo parlamentare non è la prima trasferta a Ostia: già nel dicembre di due anni fa aveva svolto una serie di audizioni, quando il prefetto Domenico Vulpiani aveva da poco commissariato l’unico Municipio di Roma sciolto per mafia per le evidenti infiltrazioni della malavita nella macchina amministrativa. Ne era uscito fuori un quadro della realtà locale «inquietante e grave» tanto che la presidente Bindi denunciò: «Ci sono associazioni che nel nome dell’antimafia creano confusione e spesso sono schierate con la mafia». Arriverà alla stesse conclusioni anche dopodomani?

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