Milano, 12 novembre 2017 - 08:54

Delitto Carlino, definitivi i 30 anni a Michele Senese detto «‘o pazz»

La Cassazione conferma la condanna per il camorrista ma senza l’aggravante mafiosa. Il delitto nel 2001 per uno scambio di favori

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Trent’anni di carcere ciascuno a Michele Senese e Domenico Pagnozzi per l’omicidio di Giuseppe Carlino, una pietra angolare negli assetti criminali della Capitale sul quale la Cassazione scrive ora la parola definitiva confermando la sentenza d’Appello. Condanne, va detto, più leggere di quelle inflitte in primo grado, dove all’ergastolo si era aggiunta l’aggravante mafiosa.

Lo scenario è quello della camorra napoletana trapiantata a Roma, un patto tra Senese e Pagnozzi risalente agli anni ’80 che prevedeva mutuo soccorso anche negli omicidi. Il delitto, eseguito da Pagnozzi nel 2001 a Torvajanica, era una vendetta per l’uccisione di Gennaro, fratello di Senese, e a commissionarlo fu Michele ‘o pazz mentre era detenuto in una clinica psichiatrica (dalla quale poi evase) grazie a un certificato medico falso. Elemento, questo, che secondo i pm Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli ne conferma il potere decisionale. Due pentiti raccontano poi che Pagnozzi fu ricompensato simbolicamente con un orologio d’oro a suggello del patto.

Ma Carlino, narcotrafficante della Marranella, venne ucciso anche, come scrivono i giudici di primo grado, «per agevolare l’associazione mafiosa e promuovere il traffico di stupefacenti» che porterà poi all’alleanza del camorrista trapiantato a Roma sud con il cartello Fasciani-Triassi di Ostia.

Senese, arrestato di nuovo nel giugno 2013, è detenuto da due anni a Opera in regime di carcere duro. Una conferma indiretta del suo spessore criminale è arrivata anche dalle indagini sul Mondo di mezzo. «So’ contento che è uscito Michelino», diceva un giorno Massimo Carminati, dopo la provvisoria scarcerazione di Senese (gennaio 2013). Ma gli appostamenti dei Ros rivelarono anche un loro duro confronto verbale al momento di incontrarsi davanti un bar.

Per il delitto Carlino i supremi giudici hanno confermato anche le condanne ai basisti Raffaele Carlo Pisanelli e Giovanni De Salvo (16 anni) e per i collaboratori di giustizia Vincenzo Carotenuto (7 anni e 4 mesi) e Antonio Riccardi (10).

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