Milano, 12 novembre 2017 - 08:42

Il corteo a Ostia contro la mafia: «Non partecipo, ora ci abbandoneranno»

Gli spettatori hanno osservato la manifestazione con un misto di speranza e disillusione. C’è chi alla fine si è inserito, chi lo ha tifato dai marciapiedi, chi infine lo ha disertato convinto che tanto non sarà utile

(Ansa) (Ansa)
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«Forse è la scossa che serviva al territorio, speriamo che ora cambi qualcosa». Gli spettatori del corteo anti-mafia che sfilava per il centro di Ostia, lo osservavano con un misto di speranza e disillusione. C’è chi alla fine si è inserito, chi lo ha tifato dai marciapiedi, chi infine lo ha disertato convinto che tanto non sarà utile. A scattare foto ai trampolieri e a gridare «no alle violenze» sul lato della strada, tante famigliole, commercianti, giovanissimi.

Nella lista dei dubbiosi Emanuela Landi, lidense che però prende le distanze, «se vedo politici non partecipo, però sono contenta ci sia tanta gente, è un bel segnale»: «Ma tanto è tutto un ‘magnamagna’» le controbatte Stefania sicura che comunque il territorio «tornerà presto a essere dimenticato». Franca Giannotta gestisce il tabaccaio proprio davanti alla sede del X Municipio: è una di quei cittadini che invece resta ottimista, «corteo da appoggiare – dice – almeno serve a far vedere all’Italia che Ostia non è solo mafia».

Anche i più giovani, quelli che non potranno votare all’imminente ballottaggio, comunque lodano l’iniziativa. «La figlia di Roberto Spada è in classe con me, persino lei dice che il padre ha sbagliato, insomma non è che siamo tutti uguali, nemmeno chi porta cognomi pesanti», racconta un adolescente a spasso con gli amici.

Ai bordi della marcia c’è anche Renè, immigrato camerunense, vive nella colonia occupata del Vittorio Emanuele. Racconta persino di aver conosciuto Daniele Piervincenzi (il giornalista del programma Nemo pestato da Spada, ndr): «L’ho accompagnato in giro per Ostia, giusto scendere in piazza». «Qui servono servizi e progetti, le strade fanno schifo e ci vogliono due ore per andare a Roma, altro che corteo», le voci di chi resta fuori fanno trapelare l’altro disagio del litorale, quello abbandonato per troppo tempo. Lungo la passeggiata non mancano i momenti di svago, tra chi approfitta della chiusura delle strade per tirare calci a un pallone e chi, sul lungomare, non rinuncia al tramonto offerto da Ostia.

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