Milano, 12 novembre 2017 - 08:37

Ostia, in 2mila sfilano contro la mafia Il pressing M5S sui voti di sinistra

Al corteo dal forte valore simbolico e apartitico hanno aderito esponenti di diversi schieramenti. Raggi accusata di aver «messo il cappello» sulla mobilitazione. Ballottaggio, telefonata dal Gabinetto della sindaca a Di Donno. Centrodestra diviso

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Tamburi, giocolieri, passeggini e un unico coro: «Ostia contro tutte le mafie». Circa duemila i cittadini che ieri hanno sfilato al corteo contro la violenza e per la legalità, promosso dopo l’aggressione di Roberto Spada a Nuova Ostia.

Una marcia dal forte valore simbolico e apartitica, a cui hanno aderito esponenti di diversi schieramenti. Qualche polemica ancora per l’intervento della sindaca di Roma, accusata di aver «messo il cappello» sulla mobilitazione organizzata dai movimenti di sinistra del lido e da Laboratorio Civico X, la lista dell’ex parroco Franco De Donno. Al suo arrivo Virginia Raggi è stata «invitata» a inserirsi in mezzo al corteo: «Questa è una manifestazione dei cittadini che si riconoscono nei valori della legalità – ha detto ribadendo l’importanza di una passeggiata senza simboli -. Io ho cercato di rilanciare questo appello».

Un lungo serpentone, colorato e rumoroso, divisosi poi alla fine. I promotori hanno preferito fermarsi sul lungomare «senza arrivare a Nuova Ostia che è stata già abbastanza strumentalizzata, noi lì ci lavoriamo da anni», mentre il resto della folla ha seguito, applaudendola, la Raggi, decisa ad arrivare fino a piazza Gasparri, ma «senza polemiche, solo per dire che non arretriamo davanti alle mafie».Tanta gente in piazza, schieramenti mescolati, come sarà per l’altro corteo di Fnsi e Libera (e Pd) di giovedì: due eventi che fanno anche da spartiacque in vista del ballottaggio del 19 novembre. A sette giorni dal voto blindato, gli equilibri politici a Ostia si spostano alla velocità della luce. La marcia di ieri ha forse complicato il corteggiamento spietato che il M5S sta facendo al prete e ai suoi cinquemila voti.

I retroscena della marcia raccontano dei tentativi di apparentamento. Con tanto di telefonata direttamente dal Gabinetto della sindaca a don Franco: in sintesi, «rispettiamo la vostra manifestazione e il suo lavoro sul territorio, aderiamo, camminiamo insieme». Tradotto: quindi poi magari ci dai il tuo 8%, che farebbe comodo alla candidata pentastellata Giuliana Di Pillo nello scontro contro la meloniana Monica Picca. Sempre sullo stesso fronte, più confusione dalle parti di Mdp: gli ex dem, appoggiato il parroco in campagna elettorale, ora chiedono il conto. «Ma come andate in corteo con i grillini? Fateci capire», la domanda dei fuoriusciti dal Pd che giorni fa tifavano per la candidata del M5S: poi però Grillo li ha definiti «stalker» e allora un passo indietro è d’obbligo. Sul fronte centrodestra poi l’unione scricchiola. Forza Italia aveva aderito al corteo antimafia (ma senza big), da FdI un secco niet perché strumentalizzata «dal blog di Grillo e dagli estremisti di sinistra». Coalizione con troppe teste che ora, prese le distanze da Casapound, perde anche quella fetta di elettorato e forse quella, potenziale, di Andrea Bozzi, giornalista autonomista che al suo 5% di elettori ha dato libera scelta senza apparentamenti ufficiali.

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