Milano, 15 ottobre 2017 - 12:21

Il Papa e i 35 nuovi santi: «Chi non ama invecchia prima»

In piazza San Pietro la cerimonia di canonizzazione con pellegrini venuti da tutto il mondo: sugli altari i sacerdoti massacrati con i fedeli nel Brasile del ‘600, tre adolescenti indios e il fondatore della congregazione delle Suore Calasanziane. Indetto per l’ottobre 2019 un sinodo per l’Amazzonia

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I sacerdoti portoghesi massacrati in Brasile con 28 fedeli dai calvinisti nel ’600. I tre ragazzini indios uccisi in Messico per la loro fede cattolica. Il prete spagnolo che ha dedicato 50 anni a evangelizzare nell’800 le zone più arretrate della Spagna, fino a fondare la congregazione delle «Figlie della Divina Pastora», per l’educazione per le bambine che segue lo stile pedagogico di San Giuseppe Calasanzio. E ancora il frate cappuccino calabrese che a fine ’600 che predicava nell’Italia meridionale a favore dei contadini poveri contro lo strapotere dei latifondisti: sono 35 i nuovi «santi dell’amore» che Papa Francesco ha canonizzato oggi in piazza San Pietro.

Le storie

Ecco i nomi dei nuovi santi: i brasiliani Andrea de Soveral e Ambrogio Francesco Ferro, sacerdoti diocesani, e Matteo Moreira e 27 compagni martiri, protomartiri del Brasile nel 1645; i messicani Cristoforo, Antonio e Giovanni, adolescenti martiri, protomartiri del Messico nel 1527 e 1529; lo spagnolo Faustino Miguez (1831-1925), sacerdote professo dell’Ordine dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie (Scolopi), fondatore della Congregazione delle Suore Calasanziane Figlie della Divina Pastora; e infine l’italiano Angelo da Acri (1669-1739), calabrese, sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, detto l’«apostolo delle Calabrie». All’annuncio del Papa, un grande applauso si è levato dalla folla dei fedeli, con gruppi di pellegrini e delegazioni ufficiali provenienti dai Paesi d’origine dei nuovi santi, presente in Piazza San Pietro.

«Sulle poltrone dei piaceri col cuore chiuso»

Ha detto Francesco durante la Messa di canonizzazione: «Spesso si prendono le distanze dall’amore, non per cattiveria, ma perché si preferisce il proprio: le sicurezze, l’auto-affermazione, le comodità. Allora ci si sdraia sulle poltrone dei guadagni, dei piaceri, di qualche hobby che fa stare un po’ allegri, ma così si invecchia presto e male, perché si invecchia dentro: quando il cuore non si dilata, si chiude. Chi non ama invecchia prima».

Il sinodo per l’Amazzonia a ottobre 2019

Nella stessa mattinata Francesco ha annunciato un Sinodo per l’Amazzonia, regione «polmone di capitale importanza per il nostro pianeta» e dove vivono popoli indigeni troppo spesso dimenticati anche dall’evangelizzazione». «Accogliendo il desiderio di alcune Conferenze Episcopali dell’America Latina, nonché la voce di diversi Pastori e fedeli di altre parti del mondo, ho deciso di convocare - ha detto all’Angelus, al termine della messa per le canonizzazioni - un’ Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la regione Panamazzonica, che avrà luogo a Roma nel l’ottobre 2019». «Scopo principale di questa convocazione - ha detto - individuare nuove strade per l’evangelizzazione di quella porzione del Popolo di Dio, specialmente degli indigeni, spesso dimenticati e senza la prospettiva di un avvenire sereno, anche a causa della crisi della foresta Amazzonica, polmone di capitale importanza per il nostro pianeta. Ma la miseria non è una fatalità: ha delle cause che vanno riconosciute e rimosse, per onorare la dignità di tanti fratelli e sorelle, sull’esempio dei santi». Del Sinodo per l’Amazzonia ne aveva parlato qualche mese fa lo stesso Papa Francesco con i vescovi del Perù e il presidente della Conferenza episcopale peruviana, mons. Salvador Pineiro Garcia-Calderon ha spiegato: «La necessità di fare fronte alla globalizzazione e di indagarne le cause, la presenza di progetti estrattivi sempre più grandi ci chiedono di promuovere reti». E ancora: «Il Papa ci ha detto che è molto importante che ci troviamo tra noi vescovi dell’Amazzonia, per elaborare delle linee comuni e per esprimere la ricchezza non soltanto ambientale, ma dei popoli che abitano queste terre. Sono convinto che già questa idea del Sinodo stia camminando, che si stia vedendo come organizzare questo momento ecclesiale»

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