Milano, 30 ottobre 2017 - 16:25

Il Papa e le armi nucleari: «Fermatevi, umanità rischia il suicidio»

Il Santo Padre torna a puntare il dito contro «l’insostenibile equilibro basato sulla paura»

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CITTÀ DEL VATICANO - L’umanità «rischia il suicidio» a causa delle armi nucleari. Lo ha detto Papa Francesco, secondo quanto riferisce la Radio Vaticana, durante una visita al dicastero vaticano per lo Sviluppo Umano Integrale. La minaccia nucleare è un tema centrale nel pontificato di Francesco, che ha più volte denunciato i pericoli della «terza guerra mondiale combattuta a pezzi» in corso. A fine marzo aveva mandato un messaggio alla Conferenza dell’Onu sulle armi nucleari, sostenendo il tentativo di «negoziare uno strumento legalmente vincolante per proibire le armi nucleari, che conduca verso la loro totale eliminazione».

Distruzione reciproca

Nel testo riprendeva il discorso pronunciato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 25 settembre 2015, e il messaggio per la Giornata mondiale per la pace del primo gennaio 2017: «Un’etica e un diritto basati sulla minaccia della distruzione reciproca – e potenzialmente di tutta l’umanità – sono contraddittori con lo spirito stesso delle Nazioni Unite. Dobbiamo dunque impegnarci per un mondo senza armi nucleari, applicando pienamente il Trattato di non proliferazione, nella lettera e nello spirito».
Francesco avvertiva: «Se si prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro molteplici dimensioni in questo mondo multipolare del XXI secolo, come, ad esempio, il terrorismo, i conflitti asimmetrici, la sicurezza informatica, le problematiche ambientali, la povertà, non pochi dubbi emergono circa l’inadeguatezza della deterrenza nucleare a rispondere efficacemente a tali sfide. Siffatte preoccupazioni assumono ancor più consistenza quando consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari con devastanti effetti indiscriminati e incontrollabili nel tempo e nello spazio». Inoltre «dobbiamo anche chiederci quanto sia sostenibile un equilibro basato sulla paura, quando esso tende di fatto ad aumentare la paura e a minare le relazioni di fiducia fra i popoli». Per Francesco, «la pace e la stabilità internazionali non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza, sulla minaccia di una distruzione reciproca o di totale annientamento, sul semplice mantenimento di un equilibrio di potere». Così «l’obiettivo finale dell’eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario».

I poveri pagano

Del resto, come aveva detto fin dalla Conferenza di Vienna del 7 dicembre 2014, «spendere in armi nucleari dilapida la ricchezza delle nazioni. Dare priorità a simili spese è un errore e uno sperpero di risorse che sarebbero molto meglio investite nelle aree dello sviluppo umano integrale, dell’educazione, della salute e della lotta all’estrema povertà. Quando tali risorse sono dilapidate, i poveri e i deboli che vivono ai margini della società ne pagano il prezzo». Su questo tema, il Dicastero vaticano ha organizzato la settimana prossima, il 10 e 11 novembre, un convegno cui parteciperanno tra l’altro undici premi Nobel per la Pace e alcuni sopravvissuti di Hiroshima.

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