3 febbraio 2018 - 10:41

Regionali, Pd: la corte a Lorenzin, Lombardi capolista, Di Stefano da Parisi

Nodi in ogni schieramento. L’ex dem verso il centrodestra: è polemica. Termine ultimo per la presentazione delle liste alle 12 di sabato. Previsti colpi di scena fino all’ultimo

di Giuseppe Alberto Falci

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Alle 12 oggi scatta il termine ultimo per la presentazione delle liste. Poi via alla campagna elettorale che fino all’ultimo secondo regala colpi di scena. L’ultimo è l’appello che il Pd ha rivolto a Beatrice Lorenzin affinché ritiri la candidatura di Civica Popolare: «A Lorenzin il Pd rivolge l’invito affinché condivida con noi la necessità di continuare una esperienza di governo che ha restituito dignità alla nostra Regione», dice Fabio Melilli. Mentre sul fronte centrodestra sera Sergio Pieozzi allontana un suo passo indietro e un accordo last second con il centrodestra. «Io – spiega- sono Sergio Pirozzi e ho una sola parola. Ormai quello che è stato è stato, mi sembra che il centrodestra a 36 giorni dalle urne abbia deciso di concorrere con Stefano Parisi. Passo e chiudo».

Sul fronte centrodestra c’è anche un’altra novità: la cosiddetta «quarta gamba» di Lorenzo Cesa nel sostenere Stefano Parisi potrebbe candidare l’ex dem Marco Di Stefano, deputato uscente e negli anni passati coinvolto in una serie di indagini. In chiave M5S, Roberta Lombardi sarà anche capolista. Attacca il Pd Marco Palumbo: «Guarda i sondaggi a picco e capisce che arriverà terza. Visto che con la legge regionale solo i primi due candidati presidenti vanno in consiglio, ecco allora che la furbetta Lombardi si fa mettere capolista: avrà la sua poltrona per 5 anni». Intanto da ieri è iniziata la corsa alla consegna delle liste. Il primo partito a varcare i cancelli del Tribunale di Roma è stato CasaPound, che avrà come capolista il candidato governatore Mauro Antonini e tra gli altri anche Carlotta Caroluce, già candidata al X municipio. A seguire è stato il turno del M5S che in lista oltre alla Lombardi avrà gli uscenti Davide Barillari, Valentina Corrado, Devid Porello e Silvana Denicolo. Con un particolare: nell’elenco dei pentastellati c’è Francesca De Vito, sorella del presidente dell’Assemblea Capitolina.

Il Pd, invece, avrà come capolista Michele Civita, attuale assessore di Zingaretti alla mobilità regionale. E poi schiera la capogruppo capitolina Michela De Biase, l’ex assessore Marta Leonori e il presidente del consiglio regionale Daniele Leodori. Varca l’ingresso del Tribunale di Roma anche “Più Europa”, cartello elettorale dentro cui ci sono anche i radicali che fanno riferimento a Emma Bonino. Fra gli uomini dell’ex ministri degli Esteri scenderanno in campo Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma, l’ex consigliere Rocco Berardo e Valentina Calderone, presidente di “A Buon Diritto”, associazione di Luigi Manconi. E poi ancora: Mina Welby e Massimo Farinella. Ma è nel centrodestra che le carte restano ancora coperte. Di certo Forza Italia metterà in prima fila gli uscenti consiglieri Fabio De Lillo, Adriano Palozzi, Antonio Aurigemma e Giuseppe Cangemi. Mentre fra le novità si annoverano l’ex europarlamentare Roberta Angelilli, Roberto d’Ottavio e Laura Cartaginese.

Le truppe di Giorgia Meloni (Fd’I) schiereranno certamente Fabrizio Ghera, che siede come consigliere in Campidoglio, e Chiara Colosimo. Fra i candidati del Carroccio spiccano l’ex cinquestelle Alessandra Riccetti, oggi consigliere comunale di Civitavecchia, Enrico Cavallari, vice coordinatore regionale della Lega ed ex assessore di Gianni Alemanno, e Andrea Liburdi, consigliere del II municipio della Capitale. Mentre Energie per l’Italia di Stefano Parisi ci saranno l’ex assessore regionale Donato Robilotta, il primario di chirirugia Massimo Martelli e il produttore cinematografico Claudio Bucci, che ha un passato con Fi ma anche con il Pd. Eppure c’è un giallo che accompagna la formazione delle liste che sosteranno Stefano Parisi. Il giallo rimanda alla cosiddetta “quarta gamba” di Lorenzo Cesa che, come detto, potrebbe candidare l’ex dem Marco Di Stefano, deputato uscente e negli anni passati coinvolto in una serie di indagini. All’interno dei centristi si starebbe consumando un braccio di ferro. Non a caso Luciano Ciocchetti, democristianissimo della Capitale e sfidante di Paolo Gentiloni al collegio Roma 1 della Camera, la mette così: «Deve parlare con la segreteria nazionale. E’ un tema che stanno affrontando i vertici. Non mi voglio esprimere». Oggi lo scopriremo.

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