7 febbraio 2018 - 10:33

Papa: «Omelie brevi, altrimenti i fedeli dormono o escono a fumare»

Francesco durante la catechesi di mercoledì all’Udienza Generale: «Né una conferenza né una lezione. Ma deve essere ben preparata. Chi ascolta, però, presti debita attenzione»

di Redazione Roma

Francesco con l’arcivescovo  Gänswein, ha ricevuto alcuni artisti circensi (Ansa) Francesco con l’arcivescovo Gänswein, ha ricevuto alcuni artisti circensi (Ansa)
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«L’omelia non è un discorso di circostanza, né una conferenza o una lezione». A sorpresa, Francesco, nella catechesi di mercoledì - durante l’affollata Udienza generale - ha spiegato come i parroci dovrebbero gestire le omelie. «Deve essere breve - ha spiegato, e per farlo ha utilizzato un esempio concreto - mi diceva un sacerdote che una volta che era andato in un’altra città dove abitavano i genitori, il papà gli aveva detto: “sono contento perché con i miei amici abbiamo trovato una chiesa dove si fa una messa senza omelia”. È vero, se l’omelia è lunga i fedeli chiacchierano, si addormentano o escono fuori a fumare una sigaretta». Ma Bergoglio, ha parlato anche delle prossime Olimpiadi di Peyongchang «che lo sport insegni il dialogo tra le due Coree» e della tratta di esseri umani «unire le forze per prevenirla» .

«Non più lunga di 10 minuti»

«L’omelia - ha dunque raccomandato il Papa - sia breve ma ben preparata: si prepara con la preghiera e lo studio della parola e facendo una sintesi chiara e breve, non oltre 10 minuti per favore». Secondo Francesco, «chi tiene l’omelia deve compiere bene il suo ministero, offrendo un reale servizio a tutti coloro che partecipano alla messa, ma anche quanti l’ascoltano devono fare la loro parte, anzitutto prestando debita attenzione, assumendo cioè le giuste disposizioni interiori, senza pretese soggettive, sapendo che ogni predicatore ha pregi e limiti». «Se a volte c’è motivo di annoiarsi per l’omelia lunga o non centrata o incomprensibile, in altri casi - ha argomentato Bergoglio - è invece il pregiudizio a fare da ostacolo. La responsabilità di chi tiene l’omelia si coniuga con la possibilità - a volte il dovere - di chi sta nei banchi di far presente, nei modi opportuni, le attese che la comunità sente. Non si tratta di accusare ma di aiutare, questo sì. Chi può aiutare i sacerdoti se non i fedeli che sono loro sinceramente vicini?».

Olimpiadi e tratta degli esseri umani

Ma il Santo Padre, prima di concludere l’Udienza, ha parlato anche di attualità e di temi a lui cari come la tragedia della tratta umana ricordando che giovedì 8 «ricorre la Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta». E dunque, «invito tutti, cittadini e istituzioni, a unire le forze per prevenire la tratta e garantire protezione e assistenza alle vittime. Preghiamo affinché il Signore converta il cuore dei trafficanti di persone, e dia la speranza di riacquistare la libertà a quanti soffrono per questa piaga vergognosa». Poi, ha voluto ricordare anche i prossimi Giochi olimpici invernali di Pyeongchang. «La tradizionale tregua olimpica quest’anno acquista speciale importanza: delegazioni delle due Coree sfileranno insieme sotto un’unica bandiera e competeranno come un’unica squadra - ha detto il Papa - Questo fatto fa sperare in un mondo in cui i conflitti si risolvono pacificamente con il dialogo e nel rispetto reciproco, come anche lo sport insegna a fare».

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