11 febbraio 2018 - 22:08

Atac, lite tra M5S e Radicali: «Non svendete». «Falso, il Comune controllerà»|Il referendum

L’ex «iena» Dino Giarrusso, candidato Cinque stelle alla Camera: «No a speculazioni, il trasporto resti pubblico». Riccardo Magi, di +Europa: «Proponiamo la liberalizzazione, Atac non è risanabile»

di F.Pe.

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«Non svendete l’Atac agli speculatori privati». «Sei male informato, smettetela di dire bugie!» La battaglia in vista delle elezioni del 4 marzo (nazionali e per la Regione Lazio) entra nel vivo e si intreccia con la votazione successiva, il referendum consultivo sul futuro dell’azienda trasporti, che chiamerà nuovamente i romani alle urne il 3 giugno. Tema infuocato, che tocca da vicino i cittadini per le infinite magagne quotidiane: ritardi, guasti, incendi sui bus, tensioni sindacali. Il botta e risposta ha visto per protagonisti l’ex «iena» Dino Giarrusso, candidato Cinque stelle alla Camera nel collegio Roma 10 (Portuense, Aurelio, Magliana), e Riccardo Magi, anche lui in corsa con la lista «+Europa» di Emma Bonino per un posto da deputato, nonché tra i promotori della consultazione popolare.

«Periferie abbandonate»

Ad accendere le polveri, l’ex inviato de “Le Iene”: «Atac rappresenta un’esemplare fotografia - ha scritto Giarrusso nella sua pagina Facebook - della gestione dissennata da parte dei politici di professione, capaci di accumulare 1 miliardo e trecento milioni di debiti. In questo contesto critico sarebbe facile svendere l’azienda come vorrebbero tante forze politiche, abbandonando le periferie e tutte le zone considerate “a bassa redditività” da un eventuale gestore privato. Sono tante le mire speculative dei privati sul trasporto pubblico romano, ed è surreale anche solo immaginare che un servizio fondamentale per la vita dei cittadini possa dipendere dal potenziale guadagno di speculatori privati». Immediata la replica di Magi, che tra l’altro si candida nello stesso collegio: «Sono diverse le cose che l’ex iena Giarrusso non sa o fa finta di non sapere». Premesso che «Atac è una delle più grandi aziende europee del settore ma anche la peggiore in termini di produttività, qualità del servizio, equilibrio finanziario», il leader dei Radicali precisa: «Noi non proponiamo la privatizzazione ma la liberalizzazione. Vogliamo cioè che il Comune resti controllore del servizio affidandone, tramite gara europea, la gestione a società pubbliche o private in grado di rispettare gli standard e la programmazione fissata dal Comune».

Referendum Atac, funziona così
Il quesito: messa a gara del trasporto locale

«Bene pubblico è il servizio»

Il quesito referendario (con il quorum di un terzo degli aventi diritto) porrà ai romani una domanda secca: volete o no che il trasporto pubblico locale sia «messo a gara»? Lo scontro, quindi, è anche sulla «filosofia» che dovrebbe guidare le scelte gestionali del Campidoglio. «Il vero “bene pubblico” non è l’azienda - insiste Magi - ma il servizio ai cittadini. Vogliamo che i mezzi passino in orario, che non prendano più fuoco o si rompano così frequentemente. È sotto gli occhi di tutti che di pubblico, ad oggi, c’è solo il disservizio e il debito che pesa sulle spalle di tutti. Dire che Atac è risanabile significa raccontare una grossa bugia ai romani». Ma Giarrusso non ha dubbi: «Il privato inevitabilmente taglierebbe senza alcuno scrupolo tutti i servizi poco remunerativi - che in realtà sono indispensabili! - perché l’unico interesse è il suo profitto, non il bene dei romani. L’Atac è e deve rimanere pubblica a tutela dei lavoratori e a tutela del servizio».

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