16 febbraio 2018 - 12:34

Moschea di Roma, Minniti: «A nessuno può essere consentito uccidere in nome di Dio»

«L’integrazione è la parola chiave del futuro ed è l’unica utile per costruire una politica di sicurezza»,ha detto il ministro dell’Interno venerdì mattina al convegno organizzato in occasione dell’uscita della rivista Limes sui musulmani europei

di Mariolina Iossa


Minniti alla Moschea di Roma (Imagoeconomica)
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A nessuno può essere consentito dire: uccido in nome di Dio. Con questa premessa parte il dialogo che è il primo passo verso l’integrazione. Questi tre momenti, in successione, realizzati concretamente conducono ad una reale politica di sicurezza. Questo è il succo dell’intervento del ministro Marco Minniti venerdì mattina al convegno «Musulmani italiani, insieme per una società coesa», che si è svolto alla Grande Moschea di Roma, e al quale Minniti è stato invitato e ha voluto partecipare.

«L’Italia deve scegliere un modello proprio»

«L’integrazione è la parola chiave per il futuro, nel senso che il Paese che sa meglio integrare è quello che può meglio costruire una politica di sicurezza», ha spiegato il ministro, per il quale comunque, «il modello di integrazione deve tenere conto dei modelli europei senza però copiarne uno, perché sono convinto che in Italia si può pensare di creare un modello originale. Dobbiamo prendere questa sfida in mano».

Dialogo interreligioso

«Il presupposto fondamentale del dialogo interreligioso è che non è consentito a nessuno dire che si può uccidere in nome di Dio». Nessuna sicurezza è possibile se non si accetta questa premessa. «Sono convinto che in questo contesto, nel rapporto fra musulmani ed Europa, l’Italia possa svolgere un ruolo molto importante. Anche perché - ha aggiunto - noi abbiamo un’immigrazione più recente rispetto ad altri Paesi e non mediata da precedenti rapporti coloniali».

Limes dedicata ai musulmani europei

Oltre al ministro dell’Interno, al Centro islamico culturale d’Italia, ovvero la Grande Moschea di Roma, per il convegno organizzato in occasione dell’uscita del nuovo numero della rivista Limes dal titolo: «Musulmani europei», c’erano anche il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, il presidente del Centro islamico culturale d’Italia, Khalid Chaouki, e la professoressa della Luiss Guido Carli, Francesca Corrao.

«La comunità islamica ha bisogno di intesa con lo Stato»

Il presidente del Centro islamico Khalid Chaouki ha poi detto che dal ministro Minniti, «è arrivato uno sforzo concreto» verso l’intesa con l’Islam in Italia. «La comunità islamica in Italia ha bisogno di un’intesa con lo Stato — ha affermato Chaouki in apertura del convegno — e noi riconosciamo al ministro Minniti uno sforzo concreto e costante per portare i musulmani intorno a un tavolo e avere risposte e l’abbiamo visto nel patto con l’Islam italiano».

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