28 febbraio 2018 - 11:34

Il Papa: Medio Oriente, pregare per i cristiani perseguitati che vogliono cacciare dalle loro terre»

Dopo l’appello per la pace in Siria all’Angelus della scorsa domenica, Francesco lo ha detto a braccio durante l’udienza generale del mercoledì che per il freddo intenso si è tenuta in aula Paolo VI

di Ester Palma

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«Il Medio Oriente è una terra martoriata, dobbiamo pregare per questi fratelli che sono in guerra e per i cristiani perseguitati che vogliono cacciarli via da quelle terre, sono fratelli nostri». Dopo l’appello per la pace in Siria all’Angelus della scorsa domenica, Papa Francesco torna sul tema dei cristiani perseguitati in Medio Oriente.

«Per i fratelli che sono in guerra»

Lo ha fatto durante l’udienza generale del mercoledì, che per il freddo intenso è stata spostata in Aula Paolo VI, dove Francesco ha fatto il suo ingresso, intorno alle 9.35: molti fedeli però sono rimasti fuori, essendo l’aula insufficiente a accogliere tutti, e hanno seguito l’udienza dai maxischermi. Al momento, nell’udienza generale, di rivolgere il suo «cordiale saluto alle persone di lingua araba, in particolare a quelle provenienti dalla Siria, dalla Terra Santa e dal Medio Oriente», Francesco ha aggiunto «a braccio» l’invocazione per i «fratelli cristiani che sono in guerra»

«La vita cristiana richiede impegno»

Il Papa ha percorso il corridoio centrale dell’aula Paolo VI salutando i tanti fedeli entusiasti, baciano bambini e e ragazzi che gli chiedevano un selfie. Ma ha toccato anche temi più strettamente spirituali: «La vita cristiana non richiede sforzi sovraumani ma un impegno serio certamente sì - ha annunciato - Gesù ci chiede poco Gesù per darsi a noi, basta un cuore aperto. Certo è poca cosa la nostra offerta, ma Cristo ha bisogno di questo poco, come avvenne nella moltiplicazione dei pani, per trasformarlo nel Dono eucaristico che tutti alimenta e affratella nel suo Corpo che è la Chiesa». E ha aggiunto: «Nel pane e nel vino presentiamo a lui l’offerta della nostra vita, affinché sia trasformata dallo Spirito Santo nel sacrificio di Cristo e diventi con Lui una sola offerta spirituale gradita al Padre. La spiritualità del dono di sé, che questo momento della Messa ci insegna, possa illuminare le nostre giornate, le relazioni con gli altri, le cose che facciamo, le sofferenze che incontriamo, aiutandoci a costruire la città terrena alla luce del Vangelo».

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