28 gennaio 2018 - 11:04

Il Papa a S. Maria Maggiore: «Maria prega per i governanti di Roma»

In mattinata Francesco ha celebrato la Messa davanti alla «Salus populi romani», cui è devotissimo: «Che chi amministra la Capitale sia alla ricerca della giustizia e del vero bene di ognuno». Dopo l’Angelus ha poi denunciato la «violenza disumana» degli attentati a Kabul

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La fila sulla piazza era lunghissima già da prima delle 7. Francesco ha celebrato la Messa alle 9 nella basilica romana di Santa Maria Maggiore in occasione della festa della Traslazione dell’Icona della Madonna della «Salus Populi Romani», tradizionalmente molto amata e invocata dai romani e di cui anche il Papa è molto devoto, tanto da visitarla 59 volte durante il suo pontificato: prima e dopo ogni viaggio. Era lì anche la mattina dopo la sua elezione, nel marzo 2013. E stamattina nella preghiera dei fedeli Francesco ha voluto inserire anche un’invocazione per i «governanti di Roma»: «Per intercessione di Maria, Salus Populi Romani, guida, o Signore, la città di Roma e i suoi governanti nella ricerca della giustizia e del vero bene di ognuno».

«Affidiamoci sempre alla Madre, nostro rifugio»

Nell’omelia Francesco ha invitato tutti a affidarsi a Maria: «Quante volte il cuore è un mare in tempesta, dove le onde dei problemi si accavallano e i venti delle preoccupazioni non cessano di soffiare! Maria è l’arca sicura in mezzo al diluvio. Non saranno le idee o la tecnologia a darci conforto e speranza, ma il volto della Madre, le sue mani che accarezzano la vita, il suo manto che ci ripara. Impariamo a trovare rifugio, andando ogni giorno dalla Madre». E ha aggiunto: «Non si può stare neutrali o distaccati dalla Madre, altrimenti perdiamo la nostra identità di figli e di popolo, e viviamo un cristianesimo fatto di idee e di programmi, senza affidamento, senza tenerezza, senza cuore nè amore, in cui la fede rischia di diventare una bella favola di altri tempi. Facciamo della Madre l’ospite della nostra quotidianità, la presenza costante a casa nostra, il nostro rifugio sicuro. Affidiamole ogni giornata. Invochiamola in ogni turbolenza. E non dimentichiamoci di tornare da lei per ringraziarla, come ci hanno insegnato i nostri Padri nella fede. Ce lo ricorda bene l’Oriente cristiano, dove molti festeggiano la Protezione della Madre di Dio, che in una bella icona è raffigurata mentre, col suo manto, ripara i figli e copre il mondo intero.. Dove la Madonna è di casa il diavolo non entra; dove c’è la Madre il turbamento non prevale, la paura non vince».

Il restauro

L’immagine della Madonna col Bambino in braccio esposta da secoli nella basilica è stata da poco restaurata presso i Laboratori dei Musei Vaticani. L’intervento è stato coordinato dal direttore Barbara Jatta con la supervisione di una commissione presieduta dall’Arciprete della Basilica Liberiana, il cardinale Stanislaw Rylko. In una nota dalla Basilica «Le sofisticate tecnologie delle indagini intraprese prima dell’intervento e la straordinaria perizia dei restauratori vaticani hanno consentito di recuperare l’originaria bellezza e la realtà storica dell’Opera, offuscata nei secoli da vernici, ridipinture e dagli effetti dell’uso devozionale. Così, finalmente, l’intimo sommesso colloquio delle anime potrà immergersi senza barriere nell’intenso sguardo della Madre di Dio e Madre nostra».

L’Angelus dedicato ai morti in Afghanistan

All’Angelus in piazza San Pietro Francesco ha poi denunciato la «disumana violenza in Afghanistan», parlando della « dolorosa notizia della terribile strage terroristica compiuta nella capitale Kabul, con quasi cento morti e numerosi feriti, dopo che già pochi giorni fa un altro grave attentato, sempre a Kabul, aveva seminato terrore e morte in un grande albergo». Ha chiesto: «Fino a quando il popolo afghano dovrà sopportare? Preghiamo per tutte le vittime e per le loro famiglie; e per quanti, in quel Paese, continuano a lavorare per costruire la pace». Due ragazzi dell’ Azione Cattolica di Roma, Luca e Desirée, si sono affacciati al balcone di Piazza San Pietro con Papa Francesco al termine dell’Angelus per leggere un messaggio per «gridare forte la nostra voglia di pace»: «Caro Papa, tu lo sai: tutta l’Acr ti vuole bene e prega con Te e per Te!», hanno aggiunto. Al termine della lettura si sono alzati nel cielo dei palloncini, uno dei quali si è impigliato nella tenda parasole. Il Papa, osservando la scena, ha detto: «Quando noi preghiamo male le nostre preghiere non arrivano, restano ferme come questo palloncino, quindi quando vedete che le vostre preghiere non salgono cercate l’aiuto di qualcuno».

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