1 marzo 2018 - 14:55

Strage Latina, Capasso ai superiori: «Mi sto separando, sono in cura» Minniti: troppe sottovalutazioni

Il militare chiese un alloggio ma rifiutò il sostegno psicologico per superare la separazione: fu obbligato a sottoporsi a una visita medica davanti a una commissione che gli diede 8 giorni di riposo e lo dichiarò idoneo al servizio

di Michele Marangon e Fiorenza Sarzanini

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Emergono nuovi particolari sulla strage di Cisterna: il carabiniere violento che ha sparato alla moglie, ha ucciso le figlie e si è poi suicidato, era stato dichiarato idoneo al servizio. Luigi Capasso era seguito da uno psicologo esterno all’Arma. Fu proprio lui a dichiararlo ai superiori nel novembre scorso al momento di chiedere un alloggio di servizio. «Sto passando un brutto momento perché mi sto separando e per questo ho bisogno di una casa. Mi sto facendo seguire da uno psicologo», spiegò. Per questo fu deciso di sottoporlo a una visita. I medici dell’Arma gli prescrissero otto giorni di riposo e al termine lo sottoposero a una visita che lo dichiarò idoneo a servizio. Il Comando generale ha già trasmesso una relazione sulla vicenda alla procura di Latina.

Minniti: «Troppe sottovalutazioni»

La vicenda estrema, la tragedia annunciata, alimenta polemiche e dibattiti sul mancato intervento preventivo - della giustizia o delle forze dell’ordine - nei confronti di un carabiniere che, era noto, picchiava la moglie e terrorizzava le figlie. Una violenza di cui erano a conoscenza i servizi sociali, polizia e carabinieri, la parrocchia. Nessun sistema di protezione ha funzionato, da quelli ‘secolari’ a quelli spirituali. E tra chi invoca senza mezzi termini una inchiesta per omissioni in atti d’ufficio, si alza la voce del ministro Marco Minniti, che ha dichiarato in tv: «E’ inaccettabile l’accaduto, su queste cose ci sono troppe sottovalutazioni. Dobbiamo prendere un impegno d’onore: non possiamo discutere di tragedie simili pensando che si sarebbero potute evitare».

Fiori per le bimbe

Intanto oggi, al residence Collina dei Pini, regna un silenzio surreale. La vita sembra tornata quella di sempre, anche se i mazzi di fiori sotto casa di Antonietta Gargiulo, e sul cancello della scuola Bellardini, nelle classi frequentate da Alessia e Martina ( 14 e 7anni), testimoniano il dramma ancora vivo. La madre è ricoverata in prognosi riservata e sotto sedazione al San Camillo di Roma, in attesa di un delicato intervento alla mandibola fratturata dal proiettile sparato dal marito. La donna forte e premurosa, attaccata più di tutto alle sue figlie, è ancora ignara di cosa sia successo alle due piccole.

La reazione dei bambini

Il primo duro impatto con la realtà tocca ancora una volta ai bambini, ai compagni delle vittime che non riescono a capacitarsi di quanto accaduto. Sul banco di Martina c’è un pupazzetto giallo, donato da un suo compagno. Un altro ha chiesto invece alla dirigente scolastica, Patrizia Pochesci: «Ma secondo te Martina sta sopra o sotto le nuvole?». E la preside ha replicato: «Secondo me sopra le nuvole». I piccoli dopo due ore, come concordato tra genitori e docenti, hanno lasciato la scuola alle 10 e 30. Gli alunni della classe di Alessia, secondo il racconto delle preside, hanno reagito con rabbia. Non sono riusciti a parlare, solo un compagno ha chiesto: «Perché?». Per ricordare Alessia i compagni di classe hanno chiesto il permesso di affiggere fuori la porta dell’aula una foto che li ritraeva tutti insieme felici: quando erano andati a vedere la mostra di Leonardo a Cisterna. «Alle 17 - aggiunge la preside dell’istituto frequentato da 1.328 alunni - chi vorrà potrà venire a pregare presso la parrocchia San Francesco di Cisterna». La preside descrive le due ragazzine come »solari e discrete: Martina, la piu’ piccola, socializzava con i suoi silenzi. Non amava molto parlare. Alessia, la maggiore, che conoscevo da 11 anni, era solare, discreta ma più coinvolgente e sempre disponibile ad aiutare gli altri».

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