29 marzo 2018 - 07:03

Lo stallo nella giunta della Regione Lazio, LeU: liberi di non imparare

Dopo la designazione di nove nuovi assessori regionali, manca ancora il titolare del Lavoro. Il partito non riesce ancora ad indicare una candidatura condivisa

di Paolo Franchi

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La questione sarà più complessa. Ma, almeno a chi non è versato nei dettagli della politica laziale, sembra invece semplice e surreale. Liberi e Uguali (88.416 voti, 3,48 per cento) chiede ed ottiene, come è giusto per una formazione di sinistra che nel Lazio, a differenza del resto d’Italia, ha sostenuto il candidato del Pd, Nicola Zingaretti, l’assessorato al Lavoro. Non riesce, però, a mettersi d’accordo sul nome, perché gli ex Pd vorrebbero Piero Latino e quelli di Sinistra italiana Paolo Cento. E quindi curiosamente chiede a Zingaretti di sceglierlo lui. Ovviamente Zingaretti si guarda bene dal farlo. Gli viene comunicato che allora la crisi politica della giunta, peraltro di minoranza, si può considerare aperta.

Una qualche soluzione, immaginiamo, si troverà. Ma lo sconcerto per questa uscita resterà intatto. Perché segnala che il voto del 4 marzo non ha insegnato nulla persino dove il voto è andato in una certa misura in controtendenza, come nel Lazio. Tutto come prima, anzi, se possibile, peggio di prima. Con buona pace di tante autorevoli esortazioni a cambiare anzitutto il modo di fare politica del Pd, certo, ma anche di quel che resta della sinistra-sinistra. è possibile che si tratti di qualcosa, magari di parecchio di più del tre per cento. Ma chi ha ottenuto un risultato così triste, prima ancora di porsi il problema del che fare per ritrovare la sua gente, dovrebbe avere chiaro che cosa non fare. A quanto pare, non è così. Chi Dio vuol perdere...

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