Milano, 12 ottobre 2017 - 12:20

«Senza fiato», la Caserta in bianco e nero di Raffaele Verzillo

Giovedì 12 alle 20.30 arriva a Roma il film indipendente di Raffaele Verzillo, scritto da Pierfrancesco Corona, presentato in anteprima nazionale al Terre di Siena Film Festival. Con, tra gli altri, Francesca Neri, Fortunato Cerlino, Antonia Truppo, Antonio Friello

Fortunato Cerlino Fortunato Cerlino
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Crisi e cambiamento tra atmosfere in bianco e nero. «Senza Fiato», di Raffaele Verzillo, regista casertano, presentato in anteprima nazionale il 26 settembre in apertura del Terre di Siena Film Festival, esce il 12 ottobre al Cinema Farnese di Roma (alle 20.30, piazza Campo de’ Fiori). Alla prima proiezione saranno presenti il regista e gli attori. Il percorso nelle sale, realizzato insieme a Distribuzione Indipendente, porterà poi il film a Milano, Bari, Bologna, Torino e il resto d’Italia, dopo due anni dalla realizzazione.

Il film

Il film, scritto da PierFrancesco Corona, interamente indipendente e a basso budget, ambientato nella provincia di Caserta, racconta la vita di alcuni abitanti non coinvolti dalla camorra, ma dalla crisi del sistema e inevitabilmente, da quella esistenziale. Francesca Neri, Fortunato Cerlino, Antonia Truppo, Antonio Friello – insieme a Chiara Baffi, Giuliana Vigogna, Nicola Di Pinto e Antonio Milo, compiono percorsi che si intrecciano e si snodano, in un mondo in «bianco e nero», con una particolarità, racconta Verzillo descrivendo le scelte fatte insieme al direttore della fotografia Rocco Marra: «Affrontare, oggi, nell’epoca del colore dominante, un progetto in bianco e nero è un’impresa ardua da immaginare. La fotografia del film è stata fonte di studio, si è andato a soffermare su Nebraska di Alexander Payne. La fotografia del film, di Phedon Papamichael, DoP di origini greche, reca in sé tutta la sua cultura europea e pone la fotografia al servizio della storia senza eccessi né compiacimenti. E così è stato per “Senza fiato”: il tentare di rendere l’immagine semplice, asettica, senza compiacimenti, affinchè non disturbasse, anzi desse profondità, alle storie dei personaggi. La chicca è quella relativa ai “cieli” di cui siamo andati a studiare la “resa”, in modo da esporre tutti gli esterni in funzione del risultato ottenuto da Papamichael…in modo che Caserta, per 88 minuti, si specchiasse nel cielo del Nebraska!».

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