20 dicembre 2017 - 23:30

Caso Boschi, il Pd è in ebollizione: non solo la minoranza

Il Partito democratico è una pentola pressione, Rosato cerca di tagliare i fili che lo legano a Carrai, e la minoranza rilancia: Emiliano preme perché Renzi lasci per scongiurare la sconfitta del Pd e la «dissoluzione» del centrosinistra

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Andrea Orlando vola a Malta lasciando ai suoi l’input di «non sparare sulla barca che affonda». Il siluro che ha preso in pieno la già barcollante caravella del Pd si chiama Marco Carrai, l’uomo che Renzi voleva a capo della cybersecurity di Palazzo Chigi. La notizia della mail di «Marchino» a Ghizzoni accende i fari sul «giglio magico», seminando sconcerto tra i renziani. E se Lega e M5S gridano «Boschi a casa», il Pd è una pentola a pressione. Per evitare che esploda, Ettore Rosato taglia il filo d’acciaio che lega il segretario all’imprenditore fiorentino: «Carrai non ha niente a che fare con il Pd». Alessia Morani e Davide Ermini siedono su un divano del Transatlantico, gli occhi puntati sugli smartphone. «Carrai? Aspettiamo», geme il responsabile Giustizia. E la collega, già provata per aver fatto l’alba in Commissione bilancio: «Sì, aspettiamo la nota di Marco». È opportuno che Boschi sia candidata? «Non so se sarò in lista io, come posso occuparmi degli altri?».

Marco Di Lello è convinto che la Commissione banche sia stata «un clamoroso boomerang». Ettore Rosato sembra rassegnato al peggio: «Si parla del Pd solo per parlare di banche, ma ormai di fronte a questa campagna mediatica non possiamo che arrenderci». E invece la minoranza rilancia. Michele Emiliano preme perché Renzi lasci, per scongiurare la sconfitta del Pd e la «dissoluzione» del centrosinistra: «La responsabilità è dei suoi amici più stretti che lo hanno costretto ad andare avanti per tornaconto». Orlando chiederà una direzione «per fare chiarezza». E Gianni Cuperlo pensa che solo un passo indietro della sottosegretaria potrebbe allentare la morsa: «Emerge che non vi sono state pressioni, tuttavia esiste un tema di opportunità e sensibilità». Il passo indietro, appunto. Nell’area di Orlando, sia pure ufficiosamente, lo invocano tutti. «Siamo molto allarmati — ammette Cesare Damiano —. È un piano inclinato che scivola sempre più in basso». Adesso l’allarme suona forte anche al Nazareno. «Boschi è diventata una zavorra, speriamo che a gennaio dica che non si candida», sussurra un renziano. Ma nel «giglio magico» temono che «se Boschi lascia crolla tutto». E così, conferma Rosato, la sottosegretaria correrà ad Arezzo, perché «non ha commesso alcun reato».

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