Milano, 20 novembre 2017 - 18:08

Voto a Ostia, M5S denuncia Picca e Rampelli: «Frasi diffamatorie»

La candidata sconfitta: «Vittoria sporcata dai clan», Il Movimento: «Non siamo noi che siamo stati immortalati accanto ad esponenti della famiglia Spada». Azioni legali anche contro il capogruppo di FdI alla Camera

MOnica PIcca (LaPresse) MOnica PIcca (LaPresse)
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«Le dichiarazioni di Monica Picca e Fabio Rampelli sono gravi e diffamatorie: stiamo andando a denunciarli ai carabinieri. Cosa che faremo con chiunque farà affermazioni simili».È con un post su Facebook che il Movimento 5 Stelle Roma ha annunciato azioni legali contro la candidata di centrodestra sconfitta al ballottaggio di Giuliana Di Pillo (neo presidente M5S di Ostia) e contro il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati. «Picca, oltre a dimostrare di non accettare la sconfitta con le affermazioni scomposte e ineleganti, è anche irresponsabile, perché questo è un territorio che ha bisogno di tornare alla normalità dopo lo scioglimento per mafia».

«Non infangate una vittoria limpida»

«Non siamo noi che siamo stati immortalati accanto ad esponenti della famiglia Spada, e non era candidato nelle nostre liste, ma in quelle di FdI, Dario Cologgi che, rispondendo ad un post di Roberto Spada, scriveva: `Riprendiamoci Ostia´— si legge ancora nel post dei Cinquestelle — . Si può comprendere che non si accetti una batosta elettorale, ma non che si infanghi la limpida vittoria di Giuliana Di Pillo, e la libera scelta di migliaia di elettori onesti che hanno preferito il Movimento 5 Stelle».

«Vittoria sporcata dai clan»

Subito dopo la sconfitta, Monica Picca, aveva fatto notare come «all’idroscalo, dove sono rappresentati i voti di Casapound, noi abbiamo perso e loro hanno guadagnato circa mille voti». E alla domanda di un giornalista sul voto degli Spada che sarebbe andato alla Di Pillo la Picca ha risposto «Penso proprio di sì». E il giorno dopo, in una nota, Picca parla di un «una vittoria sporcata dai clan e che vede un calo dei grillini di ben 17 punti percentuali, praticamente un crollo. Il cosiddetto `Movimento´ poi non ha vinto da solo ma con i voti della sinistra, di Casapound e della lista De Donno. Una convergenza di interessi in grande stile che comunque non ha scalfito il 40% conseguito dal centrodestra. Sono stati purtroppo premiati l’immobilismo e l’incompetenza della Raggi. Io ci ho messo la faccia, dall’inizio alla fine, non ho chiesto né voluto i voti di nessuno, come appare chiaro nei risultati, mentre qualche altro sciacallo li ha accettati senza colpo ferire. Solo perché c’era convergenza sul programma...».

Indagini sulle influenze sul voto

Il Movimento 5 Stelle Roma ha annunciato azioni legali anche contro Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati. «È bene far parlare i numeri: il Movimento 5 stelle ha vinto, ma è passato dal 77% del 2016 al 59%, perdendo 18 punti in 18 mesi. La neopresidente pentastellata governerà con appena il 16% dei consensi, un fallimento totale attribuibile per intero alla sindaca Raggi che non ha suscitato alcun entusiasmo nell’elettorato romano allontanandolo dal voto e consegnando alla città un governo debole e poco rappresentativo» ha commentato Fabio Rampelli. «Circa i flussi elettorali è bene che si indaghi per capire dove i clan hanno orientato il loro voto perché dai dati in nostro possesso risulta che nei quartieri fortemente attenzionati in queste settimane ci sia stata una forte crescita del M5S. Si tratta di numeri, non di valutazioni soggettive. In ogni caso si conferma un calo forte e oggettivo dei grillini» ha aggiunto.

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