Milano, 22 novembre 2017 - 07:36

Ostia, i dem all’attacco: «Piano M5S aria fritta»

Athos De Luca, candidato Pd sconfitto al primo turno: «Una mistificazione la demolizione del lungomuro. Intanto si metta mano alle 40 concessioni fuorilegge prima che vadano prescritte». Appello per contrastare il lavoro nero degli stagionali

Un giro sul lungomare di Ostia dopo la vittoria di Giuliana Di Pillo (Imagoeconomica) Un giro sul lungomare di Ostia dopo la vittoria di Giuliana Di Pillo (Imagoeconomica)
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Opposizione all’attacco sulla Copacabana de’ noantri, la demolizione del «lungomuro» di Ostia annunciata da Virginia Raggi all’indomani della vittoria al ballottaggio di Giuliana Di Pillo, la candidata grillina eletta alla guida del X Municipio. Per il dem Athos De Luca, sconfitto al primo turno, le parole della prima cittadina («Roma torna a respirare e ad affacciarsi sul mare») sono «una mistificazione». Prima obiezione: i tempi. «Presentare il Pua (Piano di utilizzo degli arenili) come una conquista è una presa in giro se i risultati si vedranno tra 600 giorni». Ma l’ex senatore pd contesta anche il metodo: «Perché aspettare l’iter di un atto amministrativo, quando con un’ordinanza la sindaca potrebbe decidere l’abbattimento di un’opera completamente abusiva e comunicarlo ai balneari? Si parla tanto di cambiamento, ma è aria fritta». Sul 50% di spiagge libere, nove chilometri su 18, De Luca va giù duro: «Dov’è la novità? È la soglia minima prevista dalla legge regionale. Sarebbe diverso se venisse aumentata di un ulteriore 10%, ma non a Capocotta e Castelporziano: ci vorrebbe un tratto di arenile aperto a tutti anche nel centro di Ostia, la zona di maggiore pregio, e non in luoghi lontani e poco attrezzati». Stesso motivo per cui il mantra dei varchi aperti ogni 300 metri per l’accesso al mare lo infastidisce: «Andate a vedere cosa c’è vicino alla rotonda: un viottolo circondato da bandoni che culmina quasi sulla battigia, quasi lambito dall’acqua, impraticabile per la presenza di campetti di calcio».

Nel parlamentino del Litorale l’opposizione annuncia di voler «sbugiardare» i vincitori sulle licenze irregolari: «I vigili hanno già effettuato le visure e sono almeno una quarantina quelle che andrebbero revocate. Pagano per 2 mila metri quadrati e ne occupano il quadruplo. In calce alla concessione c’è scritto che se non vengono rispettate le norme il titolo decade. I Cinque Stelle parlano tanto di legalità: comincino a mettere mano alle pratiche già istruite e a dare un segnale adesso, prima che si arrivi alla prescrizione». Il candidato dem, stoppato alla prima tornata elettorale, chiede un cambio di passo anche nel contrasto del lavoro nero: «La stagione balneare sia all’insegna di contratti regolari, seppure a termine: basta sfruttamento».

Nella polemica si inserisce il collega di partito, Stefano Pedica: «A piazza Navona tornano i Tredicine, a Ostia il lungomuro sarà demolito non prima di due anni. Ecco il classico esempio di populismo a Cinque Stelle, che predicano bene e razzolano male. Tante promesse durante la campagna elettorale e poi tante bugie dopo il risultato ottenuto».

Rincara la dose il senatore dem, Stefano Esposito: «Il primo atto del M5S dopo la vittoria a Ostia? Annunciare che per abbattere il lungomuro abusivo che chiude il mare ci vorranno due anni. Il voto dei balneari ha un prezzo. Chissà cosa ne pensa Roberta Lombardi». Renato Papagni (Federbalneari) esprime «soddisfazione per il Piano di trasformazione del prodotto turistico-balneare di Ostia», in attesa di un incontro con l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, «per approfondire nel dettaglio l’ipotesi strategica redatta da Risorse per Roma».

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