Milano, 20 ottobre 2017 - 07:19

Il governo chiuderà le buche di Roma
Duecento milioni e tempi più stretti

Entro sette giorni la mappatura degli 8700 chilometri di strade cittadine. Poi partiranno i bandi gestiti da Invitalia, centrale di committenza degli appalti: procedure più snelle e tracciabili. Si parte con la galleria Giovanni XXIII, finanziata dal Comune con 17,5 milioni

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Si partirà dalla galleria Giovanni XXIII con i 17,5 milioni stanziati dal Campidoglio. Quindi si impiegheranno i 44 milioni messi sul piatto dalla Regione Lazio. Un gruzzolo di 61,5 milioni che rappresenta il primo step del nuovo piano buche stilato sul Tavolo per Roma con la penna del Ministero dello sviluppo economico, cioè il governo.

Prima il metodo, però. E poi il merito, con altri 140 milioni di fondi «statali» in arrivo per tappare le più di 10 mila buche sulle strade della Capitale. Di fatto, sarà il Mise ad occuparsi di rendere realtà la promessa su cui Virginia Raggi ha costruito l’intera campagna elettorale, ormai 16 mesi fa, poi rilanciata da Beppe Grillo - a novembre dello scorso anno - con la gag dell’inciampo su via Ostiense. E il governo lo farà attraverso Invitalia, ovvero la centrale di committenza di appalti pubblici proprietà del Mef che è stata utilizzata per i grandi progetti nazionali di rilancio: dal terremoto di Amatrice al Grande Progetto Pompei, dal restauro del centro storico di Taranto alla bonifica dell’area di Bagnoli, a Napoli. Motivo? Questione di metodo «telematico», appunto.

E quindi di tempi, decisamente più compressi rispetto alla solita trafila comunale che, comunque, prosegue con i cantieri aperti - o almeno finanziati - grazie ai fondi del Giubileo. Già la prossima settimana Invitalia si occuperà di mappare gli 8700 chilometri che costituiscono il reticolo cittadino per classificare buche, buchette e voragini sul manto stradale. Dopodiché, nel giro di qualche giorno, saranno già pronti i bandi per l’assegnazione dei lavori: da far svolgere ad una società o ad un manipolo di aziende, dipende dall’ordine di grandezza dell’operazione. In entrambi i casi le ditte interessate dovranno rispondere ai bandi con tutta la documentazione richiesta entro 30/60 giorni. Quindi ci sarà un altro mese di stacco per gli eventuali ricorsi degli esclusi. Ergo, il primo cantiere, nella galleria Giovanni XXIII, partirà a metà gennaio, dopo le feste di Natale.

Di certo, comunque, tutte le gare saranno pubblicate sulla piattaforma telematica studiata per velocizzare i processi. Tutto più «fast», più tracciabile e più blindato, anche perché collegato sia all’Anticorruzione nazionale (Anac) sia al sistema europeo di controllo. «Si parte con quello che c’è - dicono dal Mise - poi, se il metodo funziona, arriveranno altri soldi». Ecco, la road map c’è, ora non resta che correre visto che a marzo 2018 si potrebbe andare alle urne. E solo con un piano buche ben incardinato Roma sarebbe al riparo da qualsiasi inciampo.

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