9 gennaio 2018 - 07:34

Regione, centrodestra nella bufera Gasparri candidato e il nodo Pirozzi

Il senatore azzurro correrà per la carica di governatore, ma il puzzle è ancora incompleto. Ma Gasparri vuole garanzie. Come il passo indietro del sindaco di Amatrice che tuttavia rilancia la candidatura di Giorgia Meloni. Altrimenti niente ritiro

Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi e la leader di FdI Giorgia Meloni Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi e la leader di FdI Giorgia Meloni
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Si rafforza, dopo il vertice di Arcore, l’ipotesi di schierare il senatore forzista Maurizio Gasparri come candidato di centrodestra alla presidenza del Lazio. E però, nel delicato gioco di incastri all’interno della coalizione, il puzzle è ancora incompleto. Se i leader di centrodestra sembrano concordi sul nome di Gasparri, non sono ancora maturate le condizioni per ufficializzare la sua candidatura. L’evoluzione dipende in parte dagli equilibri in Lombardia: dopo che il governatore, Roberto Maroni, ha annunciato di non volersi ripresentare, nella Lega si è aperto un dibattito vivace sulla figura da mettere in campo.

Il segretario, Matteo Salvini, spinge per l’ex sindaco di Varese, Attilio Fontana, ipotesi che però non sembra incontrare i favori della corrente bossiana. Meno divisivo, vuoi per il peso politico vuoi per il ruolo di mediatore, il deputato del Carroccio Giancarlo Giorgietti, che però non ha ancora sciolto la riserva. Senza contare l’incognita Maroni, che potrebbe ritagliarsi un ruolo di spicco nel governo nazionale (Silvio Berlusconi sarebbe anche disposto a offrirgli la premiership).

Ma su Gasparri, che per accettare la sfida vuole garanzie, pesano altri fattori. Primo: che tutte le forze di centrodestra si spendano per la sua campagna elettorale. Secondo: un passo indietro da parte di Sergio Pirozzi. Se non fosse che il sindaco di Amatrice ieri ha rilanciato: «Mi ritiro se si candida Giorgia Meloni». Prospettiva che non rientra nei piani della leader di FdI. Tra gli esponenti della società civile, resta in piedi l’ipotesi di Gennaro Sangiuliano, attuale vice direttore del Tg1.

Situazione fluida anche nel centrosinistra, dove si profila la rottura tra Nicola Zingaretti e Beatrice Lorenzin. L’accordo era che alcuni nomi espressione della ministra della Salute trovassero spazio in una lista civica di moderati. Ma ieri il coordinatore regionale di Ap, Alfredo Antoniozzi, ha annunciato la lista «Civica popolare - con Lorenzin» d’appoggio a Zingaretti: mossa sgradita al Pd, sulla quale potrebbe consumarsi lo strappo.

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