6 marzo 2018 - 20:39

Roma, Raggi sfrutta effetto M5S: al via mini-rimpasto in giunta

Si dovrebbe concretizzare a breve la sostituzione del responsabile allo Sviluppo Economico Adriano Meloni. La sindaca convoca la sua maggioranza per annunciare anche il varo della macrostruttura con la rotazione dei dirigenti

di Redazione Roma

Virginia Raggi (Imagoeconomica) Virginia Raggi (Imagoeconomica)
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Rilanciare l’azione del Campidoglio su due fronti: quello amministrativo e quello politico. Virginia Raggi non perde tempo e a soli due giorni dal voto, sfruttando l’onda dei risultati del Movimento 5 Stelle alle politiche, convoca la sua maggioranza per annunciare un imminente mini-rimpasto e il varo della macrostruttura con la rotazione dei dirigenti.

L’addio a Meloni

Si dovrebbe concretizzare a breve la sostituzione - nell’aria da tempo - del responsabile allo Sviluppo Economico Adriano Meloni. Obiettivo della sindaca, che ha sciolto le riserve proprio dopo la consultazione elettorale di domenica, è dare una scossa all’attività del Campidoglio a strettissimo giro anche con aggiustamenti delle deleghe agli assessori. L’addio a Meloni, in realtà, era una scelta presa già qualche mese fa in Campidoglio ma, per evitare polemiche sul voto, si è deciso di attendere il 4 marzo. Tra i papabili per la sua sostituzione ci sarebbe Leonardo Costanzo che già lavora in dipartimento. Una volta andato via, Meloni sarebbe il settimo assessore che esce dalla giunta comunale: il primo fu l’ex responsabile del bilancio Marcello Minenna.

«La nostra rivoluzione gentile ha avuto numeri impressionanti»

«A Roma abbiamo ottenuto un ottimo risultato. Dopo Ostia `l’effetto Raggi´ si è rivelato positivo anche alle politiche, a questo punto dobbiamo cogliere l’occasione al volo», rivendicano dal Movimento di Roma. E anche l’inquilina del Campidoglio si mostra molto soddisfatta sottolineando che in città «il M5S ha ottenuto un risultato importante, in crescita rispetto alle elezioni politiche del 2013. Allora nella capitale ottenemmo il 27,3% alla Camera e il 24,9% al Senato - ricorda -. La nostra rivoluzione gentile ha avuto numeri impressionanti: a livello nazionale il 32,7% alla Camera e il 32,2% al Senato». Tra i numeri dei pentastellati spiccano quelli delle periferie: «il 33% nel collegio Collatino» e «uno storico 39,47% nel collegio Ostia-Fiumicino», sottolinea la sindaca.

In Regione vince il Pd

Percentuali importanti quelle incassate a livello cittadino da M5S anche se in media lievemente al di sotto di quel 35% conquistato al primo turno delle scorse comunali proprio da Raggi. Diverso il risultato ottenuto dal Movimento alle Regionali dove la lista a Roma si è fermata al 22% e la candidata alla presidenza Robetta Lombardi al 26,45%. La Raggi la ringrazia e sottolinea il «risultato importante» da lei ottenuto nel Lazio. Ma, a differenza delle politiche e anche se solo di mezzo punto percentuale, alle Regionali è il Pd a supporto di Nicola Zingaretti a spuntare il primo posto nelle preferenze dei romani (22,5%). E il segretario romano Andrea Casu esulta: «Nel 2016 il Pd si era fermato a 200 mila consensi in città, con il 17%. Oggi dopo due anni di opposizione alla Raggi raccogliamo oltre 300 mila consensi alla Camera, con una percentuale media del 22%. Alle regionali con il 22,51% il Partito Democratico è a Roma il primo partito e supera di oltre 5 mila voti anche il M5S».

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