11 marzo 2018 - 22:26

Post elezioni, centristi e Forza Italia pensano a una federazione anti-Lega

Così al Senato FI potrebbe superare il Carroccio 60 a 58. Una mossa che potrebbe tornare utile quando si dovrà eleggere la seconda carica dello Stato. E Noi con l’Italia eviterebbe così di «annegare» nel misto dominato da Leu

di Giuseppe Alberto Falci

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Per dare un senso all’operazione «quarta gamba», contenitore centrista che alle elezioni del 4 marzo scorso conteneva nel simbolo lo Scudo Crociato, dalle parti di Forza Italia e di Noi con l’Italia si ragiona su un gruppo unico per Montecitorio e Palazzo Madama. Una sorta di «federazione» che ingrosserebbe le file dei gruppi azzurri e avrebbe come principale scopo quello di far balzare il partito di Berlusconi al Senato a quota 60 senatori. In tal caso il gruppo dell’ex Cavaliere supererebbe il Carroccio che può annoverare 58 senatori. Una mossa che potrebbe tornare utile quando il 23 marzo si tratterà di eleggere la seconda carica dello Stato, dove a oggi in casa centrodestra si sta consumando un braccio di ferro fra leghisti e forzisti su chi deve ottenere la poltrona.

Maurizio Lupi, uno dei leader di Noi con l’Italia (che ha eletto 8 parlamentari: 4 alla Camera e 4 al Senato), non si sbilancia e risponde servendosi della diplomazia: «Ci potrebbe essere una federazione, ma nei prossimi giorni prenderemo una decisione definitiva». Si vocifera di una riunione fra i big della «quarta gamba», fissata per martedì o mercoledì. In realtà, confidano da più parti, la strada dei centristi sarebbe più che obbligata. Il motivo? «Nel gruppo misto — spiegano — la posizione egemone è di Liberi e uguali, quindi noi non conteremmo nulla». Avvalorano l’ipotesi di una federazione le parole di uno degli eletti, ovvero Enrico Costa: «Entreremo nel gruppo di Forza Italia».

Intanto l’ex Cavaliere ha trascorso una domenica di lavoro a villa San Martino ad Arcore. Il leader azzurro attende l’esito della direzione del Pd, da dove si augura possa uscire un Pd pronto a sostenere un esecutivo di qualsiasi genere o comunque ad astenersi di fronte a un esecutivo di minoranza. Nell’attesa Berlusconi prepara il saluto di mercoledì con i gruppi parlamentari, e studia cosa cambiare nei gruppi parlamentari di Camera e Senato e soprattutto cosa sia più utile al partito per riconquistare consensi sul territorio.

Un rinnovamento ci sarà, assicurano, ma nella cerchia ristretta di Arcore si preferisce ancora oggi tenere le carte coperte. Il tutto anticiperà il summit con gli alleati Salvini e Meloni. Non è ancora stato fissato ma si è ipotizzato che l’incontro possa tenersi in via Bellerio, ossia nella sede della Lega, venerdì o sabato. Sebbene ieri più di una fonte parlava di Roma come luogo deputato per il confronto a tre. Intanto Giovanni Toti guarda già al Def e dice: «Diamo un segnale agli italiani di aver capito il loro messaggio».

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