29 marzo 2018 - 08:06

Roma, Campidoglio: rimpasto in giunta. È Carlo Cafarotti il nuovo assessore al Commercio

Il sostituto di Adriano Meloni era stato nominato delegato all’VIII Municipio. Dipendente di Bankitalia, l’anno scorso si è dimesso da consigliere nel V Municipio per un post sul blog di Grillo. Antonio De Santis, delegato al Personale, è il nuovo capo segreteria

di Andrea Arzilli e Maria Egizia Fiaschetti

Carlo Cafarotti è il nuovo assessore al Commercio della giunta Raggi (foto da Facebook) Carlo Cafarotti è il nuovo assessore al Commercio della giunta Raggi (foto da Facebook)
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La sindaca accelera sul mini rimpasto. È Carlo Cafarotti, ex delegato all’VIII Municipio, «l’asso nella manica» che aveva in serbo Virginia Raggi. L’ordinanza non è ancora stata firmata, ma sarà l’attivista M5S, dipendente di Bankitalia, a sostituire Adriano Meloni al Commercio. Pronta anche un’altra nomina: il delegato al Personale, Antonio De Santis, sarà il nuovo capo della segreteria politica dopo Salvatore Romeo.

Ex consigliere nel V Municipio, un anno fa Cafarotti si è dimesso dopo essere finito nella bufera per un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo. Post nel quale, se da un lato elogiava la «mani pulite perpetua» del Movimento, dall’altra stigmatizzava «il fondamentalismo più ottuso che a volte ci rende più simili all’Isis che non allo strumento di democrazia che sogniamo». Stimato dai vertici pentastellati, tra gli altri dall’assessore allo Sport Daniele Frongia, Cafarotti divide la base: apprezzato dall’entourage politico, ma guardato con una certa diffidenza dagli attivisti. Il «tecnico» Meloni, nel frattempo, punta a mantenere la delega al Turismo. Alla buvette di Palazzo Senatorio ieri confidava: «Coia (il presidente della commissione Commercio con il quale si è scontrato più volte) non mi mancherà». E sulla sua uscita di scena lasciava intendere che non fosse poi così imminente: «Non è detto che lasci dopo il 25 aprile, potrei restare fino alla fine di giugno per portare a termine una serie di provvedimenti».

E mentre nel braccio di ferro con la Lega i Cinque Stelle sperano che il premier alla fine sia Luigi Di Maio, Raggi replica così alla proposta-provocazione di Matteo Salvini di spostare alcuni ministeri al Sud: «Assolutamente un’ipotesi balorda». Se non fosse che nel 2011 il governo Berlusconi, su pressione della Lega, aveva inaugurato a Monza delle «sedi distaccate» di alcuni dicasteri (Economia, Semplificazione normativa e Riforme). Sedi poi chiuse con la nascita del governo Monti, nel 2012, grazie anche alla ferma opposizione dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (che bocciò l’iniziativa citando la Costituzione e una legge ordinaria: il regio decreto numero 33 del 1871). Spostare dalla Capitale qualche ministero, ovvero un organo costituzionale come suggerito da Salvini, è quindi molto complicato. Sotto il profilo economico, poi, per Roma sarebbe davvero una tragedia: la crisi galoppa la tenuta del sistema economico si regge anche sull’indotto generato dai palazzi della politica.

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