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Roma, aggressione alla troupe di Striscia: la procura apre un'inchiesta

Lesioni e minacce i reati configurati dai magistrati di piazzale Clodio. Arrivata una prima informativa dei carabinieri. E intanto al Viminale si insedia il centro di monitoraggio sulle intimidazioni ai giornalisti

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La procura di Roma ha aperto un'inchiesta sull'aggressione di sabato 2 dicembre all'inviato di "Striscia La Notizia", Vittorio Brumotti, e alla sua troupe, nel quartiere di San Basilio. Lesioni e minacce i reati configurati dai magistrati di piazzale Clodio al vaglio dei quali è arrivata una prima informativa dei carabinieri.

Gli inviati del programma hanno raccontato di aver sentito un paio di esplosioni, come da arma da fuoco. Brumotti si trovava a San Basilio, in via Carlo Tranfo, angolo con via Luigi Gigliotti, per documentare lo spaccio di sostanze stupefacenti che avviene alla luce del sole, gestito da alcune famiglie italiane, a quanto sembra, legate alla camorra.

Adescato con la proposta di vendergli cocaina e altre droghe, Brumotti ha iniziato la sua campagna contro lo spaccio usando il megafono. Immediatamente da un blocco di case popolari si sono levate urla di insulti e minacce. Verso le 16.15, sceso dal suo furgone, Brumotti ha sentito due colpi di arma da fuoco.

Quella contro l'inviato di Striscia è l'ennesima serie di minacce indirizzata ai reporter: per garantire loro una maggiore tutela, questa mattina al Viminale si è insediato il Centro di Coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sugli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti. Al tavolo, presieduto dal ministro dell'Interno Marco Minniti, si è parlato delle misure necessarie per la protezione dei cronisti e sono stati analizzati anche gli ultimi dati: a oggi sono 19 i dispositivi di protezione nei confronti dei giornalisti e 167 le misure di vigilanza adottate per salvaguardare gli operatori dell'informazione, 73 le persone denunciate o arrestate e 90 gli episodi di intimidazione registrati tra il primo gennaio e il 31 ottobre 2017.

Spesso, le vittime sono i giornalisti precari, senza regolare contratto, privi perciò di garanzie e tutele. Durante l'incontro si è inoltre concordato di "dedicare specifica attenzione al fenomeno emergente delle minacce provenienti da formazioni neonaziste e neofasciste, nonché a quelle della criminalità organizzata agli operatori dell'informazione che accendono un faro sul malaffare in aree del territorio particolarmente a rischio".