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Mafia Capitale, Ama e tangenti: via al processo contro Alemanno

L'ex ad di Ama Franco Panzironi assieme all'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno 
L’ex sindaco a giudizio per corruzione. L’accusa: attraverso la sua fondazione e Panzironi ha ricevuto 298.500 euro da Buzzi e Carminati
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La prima udienza del processo contro l'ex sindaco Gianni Alemanno, imputato per corruzione, è terminata poco dopo le 18 di ieri. Stralciata la posizione dell'ex primo cittadino di Roma dal processo madre Mafia Capitale, ieri il suo iter processuale è iniziato con un nuovo collegio giudicante.

Secondo il pubblico ministero Luca Tescaroli che ha chiesto e ottenuto il suo rinvio a giudizio, Alemanno, quando era alla guida del Campidoglio, avrebbe venduto la sua funzione pubblica per favorire la holding di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, ricevendo 298mila e 500 euro in diverse tranche e per il tramite di Franco Panzironi, ex ad di Ama "a libro paga" dell'associazione e condannato a 10 anni nel maxi processo Mafia Capitale.

A spiegare come queste dazioni sono avvenute ieri, ascoltato come teste dell'accusa, è stato il maresciallo del Ros Giovanni De Luca che ha condotto le indagini.
Dopo aver illustrato ai giudici com'era strutturata Ama nel periodo 2009-2013, i poteri di Roma Capitale e del cda della municipalizzata per i rifiuti, guidato dalle domande del pm Tescaroli, il carabinieri del ros è entrato nel merito delle mazzette intascate dall'ex sindaco e passate attraverso la sua fondazione: la " Fondazione Nuova Italia".

"I 298.500 euro sono stati così erogati - ha spiegato il maresciallo De Luca - in contanti per 70mila in varie tranche: il 2 maggio del 2013, Buzzi entrò all'Eur in macchina con Panzironi con un borsello gonfio, fecero un giro e ne uscì col borsello arrotolato, vuoto; e il 16 maggio".
Il resto attraverso dazioni indirette per 198mila e 500 euro effettuate da soggetti riconducibili a Buzzi e Carminati - le cooperative Eriches 29, Unicoop, Formula Sociale, Edera, Sial service e altre - direttamente alla Fondazione.

Il tramite per i versamenti destinati ad Alemanno, secondo le evidenze dell'accusa, fu Panzironi che in aula sarà sentito come teste il prossimo 6 aprile. La contropartita a quei 298mila euro era la nomina di Giuseppe Berti a consigliere di amministrazione di Ama e l'intervento per la nomina di dg di Ama di Giovanni Fiscon, entrambi graditi a Buzzi e Carminati. Prossima udienza: 7 marzo.
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